Il Museo delle antichità di Basilea offre una rara opportunità: visitare la tomba del faraone Seti I (figlio di Ramses I e padre di Ramses II), il più grande e più bel sepolcro nella Valle dei Re in Egitto. Venne scoperta esattamente 200 anni fa dal padovano Giovanni Belzoni. Ne trovò l'entrata, sepolta sotto 6 metri di detriti, il 16 ottobre 1817.
Quasi come 3'000 anni fa
Le decorazioni e i rilievi della tomba si erano conservati perfettamente per 3'000 anni. Oggi invece sono fortemente rovinati a causa dei metodi degli archeologi di un tempo, ma anche di infilitrazioni d'acqua, spostamenti geologici e il turismo. Ma grazie alla mostra, allestita nella città renana fino al 6 maggio prossimo, sarà possibile ammirarli nel loro antico splendore, grazie a una replica esatta delle due stanze più importanti, realizzata con tecnologie moderne: fotografie composite, telecamere multispettrali e stampante 3D. I rilievi vengono infine ricoperti da una speciale pellicola.
Il progetto innovativo per la salvaguardia del patrimonio archeologico è stato realizzato grazie a una collaborazione tra l'Antikenmuseum e l'Università di Basilea con un partner di riconosciuta competenza. Si tratta della Factum Foundation for Digital Technology in Conservation di Madrid, leader nella realizzazione di facsimili scientifici per conservare il patrimonio culturale mondiale e renderlo accessibile al pubblico.
Una volta completata la ricostruzione di tutta la tomba lunga 137 metri, la riproduzione integrale verrà portata in Egitto, all'ingresso della Valle dei Re. Se i turisti decideranno di visitarla per ammirarne lo splendore originale, il reperto antico sarà salvaguardato.
Diem/TG