In giro per l'Europa in cerca di idee
Where to Invade Next arriva alla Berlinale "orfano" di babbo, visto che il regista Michael Moore è rimasto negli USA con la polmonite, ma porta con sé un misto di umorismo, qualunquismo, populismo e gustosa provocazione. Come piace al corpulento regista nativo di Flint, Illinois.
Michael Moore in un'immagine emblematica del suo nuovo film
Un titolo fuorviante
Che abbinato all'immagine da locandina dell'autore con bandierona americana in mano fa pensare a una filippica "alla Moore" contro le guerre continue messe in piedi dalle varie amministrazioni americane. In effetti da lì si parte, dall'elenco di disastri bellici seguiti alla Seconda guerra mondiale: Corea, Vietnam, Libano, Medio Oriente assortito. Ma poi Moore chiarisce. Vado in guerra io. Invado qualche nazione in cerca di idee da riportare a casa.
Mi faccio dire dagli europei dove sbagliamo
Moore con Domenicali in visita alla fabbrica della Ducati
ITALIA
Da questi che hanno tantissime ferie pagate e fabbriche modello come Ducati e Lardini mi faccio dire come si fa a essere felici lavorando
Moore mangia con i ragazzi in un refettorio scolastico francese
FRANCIA
Da questi che hanno mense supergourmet e insegnano ai bambini l'educazione alimentare mi faccio dire quanto schifo fa il junk food americano
SLOVENIA
Da questi che hanno l'università gratuita per tutti mi faccio dire quanto siamo stupidi noi americani a indebitarci per millenni per pagare gli studi
GERMANIA
Da questi che hanno modi di rielaborare l'Olocausto a scuola che mi paiono pazzeschi mi faccio dire come non dimenticare il passato
PORTOGALLO
Da questi che hanno depenalizzato tutte le droghe mi faccio dire come mai da loro c'è meno consumo e criminalità che da noi
NORVEGIA
Da questi che hanno carceri senza sbarre con assassini che scontano la pena in casette in riva al mare mi faccio dire dove sbagliamo noi con Folsom, San Quintino e tutta quella roba lì da gangster movie
TUNISIA
Da questi che hanno fatto la primavera araba mi faccio dare una lezioncina su quanto tutti quanti conoscano alla perfezione la cultura americana e su quanto gli americani non sappiano una cippa di quella delle altre nazioni
ISLANDA
Da questi, capolavoro finale, mi faccio dettare il discorso di endorsement ufficiale in favore di Hillary Clinton, con una disamina approfondita del "girl power" isolano che ha sconfitto la crisi
MICHAEL
Da te, caro Moore, ci facciamo dire un sacco di cose divertenti perché sei un narratore arguto e padrone dei suoi mezzi espressivi, oltre che un uomo dotato di comicità naturale.
Politicamente invece il film è di valore quasi nullo, perché nessuna delle argomentazioni prodotte è frutto di analisi della realtà.
MZ
Nel Club si parla di Miles Davis, Spike Lee, Michael Moore e cyber armi (Rete Tre 17.2.16)
RSI Info 19.02.2016, 00:19