Cultura e spettacoli

Un francese più femminile

L'Académie ha ceduto alla parità di genere: mestieri, professioni, titoli e gradi potranno essere declinati

  • 1 marzo 2019, 15:53
  • 22 novembre, 22:50
02:05

RG 12.30 del 01.03.19: il servizio di Paola Latorre

RSI Info 01.03.2019, 12:54

  • Reuters

L'Accademia di Francia ha cambiato idea. Poche ore dopo la presentazione di un rapporto che segna la fine di un'epoca, l'istituzione che detta legge sulla lingua di Molière ha stabilito che alcune parole (nomi di mestieri, di professioni, titoli e gradi) potranno essere declinate al femminile con un significato che fa onore alla parità di genere.

Cinque anni fa erano barbarie

In futuro per l'Académie française e i puristi la presidente non sarà più necessariamente la moglie del presidente e l'ambassadrice potrà essere la titolare della sede diplomatica e non unicamente la consorte del delegato. Soltanto cinque anni fa, l'istituzione aveva respinto uno "spirito di sistema che tende a imporre, talvolta contro il volere degli interessati, forme come professeure, recteure, ingénieure, procureure... che sono contrarie alle regole ordinarie di derivazione e costituiscono vere barbarie".

Ora la stragrande maggioranza degli accademici (i voti contrari sono stati due) ha invece statuito che "non esiste nessun ostacolo di principio" alla femminilizzazione dei nomi di mestieri e professioni, come proposto dal rapporto sulla questione allestito dallo storico Gabriel de Broglie, 87 anni, con la romanziera e saggista Daniele Sallenave, il poeta di origine britannica Michael Edwards e la scrittrice e biografa Dominique Bona.

"Quanto ai nomi di mestieri consideriamo che tutte le evoluzioni miranti a far riconoscere nella lingua il posto oggi riconosciuto alle donne nella società possano essere ammesse", hanno concluso i membri dell'organismo fondato dal cardinal Richelieu che da ormai cinque secoli veglia sulla lingua francese e detta le sue regole.

L'Accademia non allestirà nessuna "lista" di nomi con relativo corrispondente femminile, né "regole per la femminilizzazione" dei nomi di mestieri, indicando alcune regole generali (quella base riguarda l'aggiunta di una e al maschile) e lasciando che a decidere sia la pratica. Il documento pubblicato venerdì fornisce però indicazioni precise per alcune declinazioni che potrebbero suscitare problemi. Come nel caso del femminile di chef (capo) che, dato il suo utilizzo, sarà cheffe e non una delle altre varie forme (la chef, chèfe, chefesse, cheftaine o chève).

E se all'Eliseo o a Matignon ci fosse una lei?

A convincere gli "immortali" in "un periodo marcato dall'instabilità linguistica" è stato un passaggio chiave del rapporto: "Se i francesi decidessero di portare una donna alla presidenza della Repubblica, sembra difficile immaginare un motivo per opporsi all'uso della forma femminile presidente. E si può egualmente supporre che première ministre si imporrebbe altrettanto facilmente in francese che cancelliera" in Germania.

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Il femminile nelle lingue

Telegiornale 01.03.2019, 20:00

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