Guerra fredda

Da base segreta a rischio per l’ambiente

Camp Century, costruito dall’esercito statunitense nel 1959 tra i ghiacci della Groenlandia, faceva parte di un progetto più ampio per piazzare missili nucleari a portata dell’Unione sovietica

  • 7 dicembre 2024, 07:06
  • 7 dicembre 2024, 07:40
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I lavori per costruire la base tra i ghiacci

  • U.S. Army Corps of Engineers
Di: Olivier Dessibourg, Doreen Enssle (RTS)/sf 

Un ambulatorio, una cappella, un cinema e centinaia di metri di gallerie: un volo scientifico del NASA Earth Observatory sopra la Groenlandia ha riscoperto per caso lo scorso aprile Camp Century, una base nascosta trai ghiacci polari da 65 anni. Dotata anche di un reattore nucleare per riscaldare e alimentare il complesso, ospitava fino a 200 persone, in completa autonomia.

L’agenzia spaziale statunitense ha recentemente pubblicato un’immagine radar inedita catturata durante la missione scientifica, a oltre 200 chilometri a est della base aerea di Pituffik, nel nord di questo vasto territorio danese. Si distingue solo qualche punto chiaro su una distesa scura: Camp Century.

Il servizio sulla base segreta e i suoi rischi (19h30, RTS, 30.11.2024)

“All’inizio non sapevamo di cosa si trattasse” spiega Alex Gardner, specialista della criosfera presso della NASA in un comunicato. È poi stato chiarito che era proprio la base, vestigia della Guerra fredda, costruita dai genieri dell’esercito statunitense nel 1959 scavando un rete di gallerie nella calotta di ghiaccio.

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La base è stata attiva dal 1959 al 1967, composta da 21 tunnel per una lunghezza totale di 3 chilometri

  • U.S. National Archives

Un campo mediatizzato e un progetto segreto

Il lavoro di costruzione di Camp Century è stato filmato e le immagini sono poi state rapidamente declassificate per dimostrare la superiorità della tecnologia statunitense. Una storia raccontata in un documentario della SRF.

Se era ufficialmente un campo di ricerca e di studio, la base nascondeva un progetto militare ben più vasto, e segreto, denominato “Project Iceworm”.

L’idea era di scavare, nella stessa zona, un rete di gallerie di 4’000 chilometri per ospitare le rampe di lancio di 600 missili balistici nucleari. Nel 1967 però, il progetto viene abbandonato, con il crollo delle gallerie. Il ghiaccio si rivela infatti instabile, dato che la calotta polare è in costante movimento. Le temperature glaciali e il forte vento rendono inoltre difficile il lavoro delle squadre e la logistica, portando alla fine di tutta l’operazione.

Fatta eccezione del reattore nucleare, che viene riportato negli Stati Uniti, tutto il resto viene abbandonato sul posto: materiali, cibo, carburante e anche le scorie radioattive.

Rischio di inquinamento

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I rifiuti sono attorno a 30 metri di profondità nel ghiaccio

  • NASA Earth Observatory - J.MacGregor (NASA/GSFC), W. Colgan (York University), P. Lem

Nel 2017, una spedizione scientifica è tornata sul posto. Le tracce del campo in superficie erano scomparse, ricoperte dalla neve e dal ghiaccio. Tuttavia, misurazioni radar al suolo e carotaggi di ghiaccio in profondità hanno confermano che tutto è ancora lì, intrappolato sotto almeno trenta metri di ghiaccio. La storia avrebbe potuto finire lì.

Ma con l’aumento delle temperature, Camp Century potrebbe presto vedere i suoi segreti, così come i rifiuti chimici e radioattivi, riaffiorare in superficie. Secondo gli scienziati, ci sono circa 200’000 litri di diesel e 240’000 litri di acque reflue, di cui una parte è debolmente radioattiva.

Quando potrebbe verificarsi questo completo disgelo? “È difficile da dire”, ammette Horst Machguth, professore di glaciologia all’Università di Friburgo, che ha partecipato alla spedizione del 2017. Lo specialista menziona uno studio del 2016 che parla del 2100, un orizzonte temporale che resta da confermare

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Cambiamenti nella massa di ghiaccio: le zone rosse profonde perdono 3 metri o più all'anno

  • NASA Earth Observatory - Geophysical Research Letters (2016)

Ciò che è certo, tuttavia, è che questa ricerca ha avviato un ampio dibattito tra le autorità di Groenlandia e Danimarca, riguardo alla responsabilità della possibile rimozione di questi rifiuti.

Inoltre, si dice – il governo danese si rifiuta di commentare – che gli Stati Uniti non avessero dettagliato l’ampiezza del progetto e le sue ambizioni quando hanno costruito Camp Century

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