Reportage

La grande fuga da Bogotà a Gams

La storia di una pensionata sangallese condannata a cinque anni di carcere in Colombia per traffico di cocaina - Dopo due anni ai domiciliari, è scappata in Svizzera

  • 18 giugno, 05:52
  • 18 giugno, 10:47
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La donna ha preso cinque voli in quattro giorni per tornare in Svizzera

  • RTS
Di: Béatrice Guelpa (RTS)/sf

È una storia che ha dell’incredibile quella di una pensionata sangallese raccontata da Mise au point (RTS): nel settembre del 2021 il marito, spazzacamino in pensione di 78 anni, riceve un’email di un sedicente avvocato africano. Gli comunica che è beneficiario di un’eredità e di un viaggio pagato in Colombia. L’uomo è felice dell’opportunità di festeggiare i 30 anni di matrimonio. La moglie, 68 anni al tempo, dopo i dubbi iniziali, decide poi di seguire il marito in capo al mondo.

La grande fuga, Mise au point (RTS 09.06.2024)

Il 18 settembre 2021, la coppia arriva nella capitale colombiana. Dopo qualche giorno però il loro contatto in città annuncia un cambiamento di programma: devono andare a Belgrado, in Serbia, per recuperare l’eredità, e portare con loro un pacchetto. La donna esprime di nuovo i suoi dubbi, ma il marito accetta di mettere il pacco nel bagaglio.

All’aeroporto di Bogotà, la polizia scopre tre chili di cocaina pura nascosti in libri plastificati e rotoli di carta per il fax. La valigia è a nome della donna, che viene quindi arrestata mentre era già seduta sull’aereo.

Nella più grande prigione femminile colombiana

La pensionata passa diverse settimane dietro le sbarre nel più grande carcere femminile della Colombia, con altre 1’800 detenute, la maggior parte delle quali condannate per traffico di droga. Il marito, libero, riparte verso la Svizzera.

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La pensionata ha passato diverse settimane nel più grande carcere femminile colombiano

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Il suo stato mentale si deteriora rapidamente e i suoi avvocati riescono a farla trasferire agli arresti domiciliari, beneficiando così di un’eccezione. Secondo la legge colombiana, infatti, i reati legati alla droga in principio sono puniti con l’incarcerazione.

“Soffriva di stress, solitudine e angoscia. Andando ad aggiungere il carcere, la sua salute mentale avrebbe potuto crollare. Inoltre non sarebbe fuggita dalla giustizia. Questi sono gli argomenti che hanno convinto l’accusa ad assegnarla ai domiciliari” spiga il suo avvocato, Diego Henao Vargas, alla RTS.

Colpo di scena

La svizzera trascorre quasi due anni in un monolocale a nord di Bogotà, pagato con i soldi della sua pensione. Maribel ha alloggiato la donna in questo periodo e la descrive come un’inquilina insolita, che passava il tempo il suo tempo sul terrazzo, facendo origami, prendendo il sole e fumando, senza mai uscire. “Questa era la sua vita, molto tranquilla. Ci manca” dice Maribel.

Nel marzo del 2023, durante il processo, accetta di dichiararsi colpevole nella speranza di poter restare ai domiciliari e beneficiare di un sconto della pena. Rischia dai 12 ai 20 anni di prigione e viene condannata a 5 anni. Ma nell’agosto 2023 il giudice la condanna a tornare in prigione. La sangallese resta scioccata dalla notizia e afferma: “Non tornerò in prigione, preferisco morire” ricorda Maribel.

Una fuga di quattro giorni

La pensionata, che era riuscita a tenere il passaporto e una carta di credito, sceglie un’altra opzione: scappare. Prende la fuga nella notte di domenica 27 agosto 2023, senza dire nulla a nessuno.

Da Bogotà, prende un volo interno per Leticia, a due ore di volo, nel sud del Paese, al confine con il Brasile. È una piccola città nel mezzo dell’Amazzonia, attraversata da una frontiera invisibile, che la pensionata supera a bordo di un tuk-tuk, per raggiungere l’aeroporto di Tabatinga, sul lato brasiliano. Da lì prende un volo per Manaus, poi un altro per San Paolo, prima di imbarcarsi per Parigi e infine Zurigo. Un viaggio di oltre 15’550 chilometri e cinque voli in quattro giorni.

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L'aeroporto di Tabatinga

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A Leticia, la RTS ha incontrato un uomo che afferma di aver recuperato la donna da un aeroporto e averla portata all’altro. “Conosceva le tariffe, sapeva esattamente quando doveva pagare” ricorda.

Ritorno a Gams

Arrivata a Zurigo, fa ritorno a Gams, villaggio nel canton San Gallo dove ha vissuto per più di 30 anni con il marito. Ma non è da lui che la fuggitiva trova rifugio. Dopo due anni di esilio, non lo vuole più vedere. Prende una stanza all’Hotel Schäfli, al centro del villaggio ne a 300 metri dal suo vecchio appartamento.

A marzo ha trovato un alloggio e ormai vive nel villaggio vicino, dove i colleghi di RTS l’hanno incontrata. L’avevano intervistata prima della fuga, ma ora preferisce mantenere un profilo basso e non parlare di fronte alla telecamera.

I suoi guai giudiziari non sono finiti. La pensionata per il momento è libera, ma lo scorso novembre è stata convocata dal Ministero pubblico di San Gallo, che ha aperto una nuova procedura. Anche il marito è stato sentito e la coppia rischia un nuovo processo in Svizzera.

Il giudice colombiano accusa la Svizzera

In Colombia, il giudice che ha condannato la donna è furioso. Ritiene che non abbia potuto agire da sola e avrebbe beneficiato dell’aiuto dell’ambasciata e del Consiglio federale. Un’accusa respinta dal Dipartimento federale degli affari esteri, che afferma di essere stato informato quando la pensionata era già in Svizzera.

“Poco importano le circostanze. Un crimine è stato commesso qui in Colombia. È il Governo svizzero, ne sono quasi certo, che è intervenuto affinché riuscisse a scappare. Vedono ancora i nostri Paesi come una riserva di caccia degli europei, continuano a vederci come degli indiani da colonizzare, conquistare e sottomettere” afferma Hermens Dario Lara Acuna, giudice del Tribunale superiore di Bogotà.

La pensionata rischia da 4 a 9 anni di carcere supplementari per la fuga ed è oggetto di un mandato di arresto internazionale. Ma secondo la legge svizzera non può essere estradata.

L’articolo originale è stato pubblicato da RTS e tradotto dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.

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Traffico di droga, l'analisi della polizia

Il Quotidiano 11.01.2024, 19:00

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