La Glencore ha speso 6 milioni di dollari all'anno, dal 2013 al 2017, per curare le relazioni con il presidente della Repubblica Democratica del Congo, Joseph Kabila e con alcuni ministri chiave per l'assegnazione delle licenze d'estrazione del rame e di altre materie prime.
Lo attestano documenti rivelati dal Wall Street Journal e dal Tages Anzeiger, specificando come le operazioni siano state eseguite tramite un'azienda affiliata il cui titolare è indagato per corruzione negli Stati Uniti.
Il dipartimento della giustizia statunitense la settimana scorsa ha chiesto alla Glencore la documentazione riguardo alle sue attività in Congo, in Nigeria e in Venezuela e presto potrebbe allargare le proprie indagini. Nel frattempo, come riporta l'agenzia Bloomberg, anche l'autorità anticorruzione britannica starebbe per aprire un'inchiesta nei confronti di Glencore per le sue attività in Congo.
Il parlamento congolese, già nel 2005, aveva protestato contro la concessione di importanti licenze per l'estrazione mineraria assegnate senza concorso, in contratti segreti ed aveva chiesto invano al presidente Kabila di non firmarle. Questo portò una perdita 1,3 miliardi di dollari per il paese africano, secondo una stima effettuata da Tijane Tiam, attuale CEO di Credit Suisse. I beneficiari furono la Glencore e Dan Gertler, il finanziere israeliano oggi sotto sanzioni, da parte del tesoro americano, per corruzione in Congo.
RG/AnP