Economia e Finanza

Guy Parmelin: “La Svizzera non è inattiva nella crisi delle acciaierie”

Il ministro dell’economia interpellato sul futuro di Swiss Steel e Stahl Gerlafingen: “La Confederazione non può bloccare le modifiche strutturali di un’azienda”

  • 2 ore fa
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Il ministro dell'Economia Guy Parmelin

Il ministro dell'Economia Guy Parmelin

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Di: ATS/Swing 

Sulla crisi delle acciaierie svizzere prende la parola il consigliere federale Guy Parmelin in un’intervista pubblicata dalla Schweiz am Wochenende. La Confederazione “non può fermare modifiche strutturali di un’azienda con sovvenzioni”, ha detto il ministro dell’Economia all’indomani dell’annuncio delle ristrutturazioni di Swiss Steel. Il gruppo siderurgico ha infatti annunciato ieri, venerdì, la soppressione di 800 posti in Svizzera e all’estero. 130 degli attuali 750 sono a rischio nel sito produttivo di Emmenbrücke (LU). Una riorganizzazione che si aggiunge a quella prevista alla Stahl Gerlafingen.

Il Consiglio federale “non conduce politiche industriali mirate su settori definiti come l’acciaio, anche se altri Paesi sovvenzionano le loro acciaierie” ha aggiunto Parmelin. La Confederazione può in compenso “dare sostegno con condizioni quadro e programmi favorevoli all’economia, ad esempio per quel che riguarda la decarbonizzazione”, ha spiegato ancora il consigliere federale UDC, ricordando che l’anno prossimo Berna riserverà oltre un miliardo di franchi per l’abbandono delle fonti d’energia fossili.

“Quando si perdono impieghi è sempre un dramma” si è rammaricato Parmelin. Ma il Consiglio federale “non resta certo con le mani in mano. Utilizziamo il nostro margine di manovra legale, ad esempio nel settore della disoccupazione parziale o con programmi di incoraggiamento”. Ma, ha aggiunto, bisogna anche pensare alle conseguenze delle misure. “E se un altro settore venisse colpito dalla crisi, pagheremmo di nuovo?”.

“Prudente ottimismo” con Trump

Interrogato sul ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, il consigliere federale ha sottolineato che la collaborazione con il Governo del repubblicano in occasione del suo primo mandato ha funzionato bene. Il vodese si dice quindi “prudentemente ottimista sulla cooperazione economica e scientifica nei prossimi anni”. Quanto alla conclusione di un eventuale accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, la situazione “è grosso modo la stessa di cinque anni fa”, ha constatato Parmelin. “Le condizioni poste dalle due parti non collimano in maniera sufficiente”.

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Notiziario 09.00 del 16.11.2024

RSI Info 16.11.2024, 09:26

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