Una riduzione dei controlli e degli oneri amministrativi per il mondo dell’agricoltura svizzera è possibile, ma solo dal 2026. Lo ha spiegato al termine di una tavola rotonda tenutasi oggi a Berna con le organizzazioni di categoria il Consigliere federale Guy Parmelin (che conosce la problematica direttamente, essendo lui stesso un maestro agricoltore-viticoltore).
“L’obbiettivo è ridurre la densità ed evitare le duplicazioni”, ha spiegato, “ma senza intaccare la credibilità delle aziende agricole. I controlli saranno necessari anche in futuro, perché sono in gioco miliardi di sussidi”.
Le parole del ministro sono state accolte con favore dall’Unione svizzera dei contadini, che però vorrebbe vedere qualche cambiamenti concreto da subito, senza attendere due capodanni. “Tutto ciò che può essere migliorato oggi dovrebbe essere affrontato immediatamente”. Per gli agricoltori la complessità amministrativa nella gestione della politica agricola (sussidi, autorizzazioni, eccetera) ha raggiunto livelli intollerabili. Senza una semplificazione del sistema si rischiano ricadute economiche negative molto importanti. I contadini vogliono maggiore stabilità e prevedibilità, anche in tema di standard di protezione ambientale.
La questione sarà affrontata in un prossimo incontro nel 2025. Parmelin chiede collaborazione e promette che si lavorerà tutti insieme, in tempo per l’implementazione delle prossime fasi della politica agricola 2030. La questione peraltro non riguarda solo la Svizzera. Il mondo agricolo di tutta Europa lamenta carichi amministrativi estenuanti e questa è una delle ragioni di malcontento che hanno visto i contadini di molti Paesi scendere in piazza.