Il movimento Mass-Voll ha consegnato martedì 15’000 firme contro la Legge sull’identità elettronica (Id-e). Altri membri del comitato referendario avevano già presentato le firme giovedì scorso, scatenando dissidi fra i promotori.
Considerando le oltre 40’000 firme già presentate da altri comitati con cui Mass-Voll è in conflitto, si è raggiunto un totale di circa 55’000 sottoscrizioni.
Affinché il referendum sia valido, sono necessarie 50’000 firme certificate dalla Cancelleria. Il presidente del movimento Nicolas Rimoldi si è detto “cautamente ottimista” sul successo del referendum. La posta in gioco, ha detto, è la “protezione dei diritti fondamentali” e della libertà in Svizzera.
A suo avviso, le informazioni fornite la scorsa settimana, secondo cui gli oppositori all’identità elettronica avrebbero raccolto un totale di circa 63’000 firme, erano fuorvianti. Mass-Voll e il Partito Pirata, che hanno partecipato alla raccolta delle sottoscrizioni e le hanno consegnate a un altro comitato per l’autenticazione, si sono lamentati del fatto che alcuni dei loro formulari erano già stati consegnati alla Cancelleria federale il 17 aprile a loro insaputa.
Secondo referendum
Il primo tentativo di introdurre l’identità elettronica è nettamente fallito alle urne nel 2021, a seguito di un referendum del Partito Pirata sostenuto dalla sinistra. Il progetto prevedeva di affidare la gestione dei documenti d’identità elettronici al settore privato.
Lo scorso dicembre, il Parlamento ha approvato una nuova legge sull’identità elettronica, che, secondo la norma, è facoltativa e gratuita. Questa volta, la legge prevede che sia la Confederazione a gestire i documenti d’identità elettronici.
Ben tre diversi comitati hanno lanciato il nuovo referendum. La settimana scorsa sono sorte forti tensioni tra questi movimenti, oltre a dispute interne al Partito Pirata.

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Notiziario 17.04.2025, 15:00
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