Svizzera

Col maltempo il “bio” diventa un po’ chimico

Per salvare raccolti e aziende molti produttori sono costretti a impiegare prodotti fitosanitari contro i funghi che proliferano a causa della troppa acqua – Un uso non privo di controindicazioni

  • Oggi, 13:21

Radiogiornale delle 12.30 del 27.07.2024: il servizio di Alessio Veronelli

RSI Info 27.07.2024, 13:16

  • Keystone
Di: Radiogiornale/RSI Info

I lunghi periodi di maltempo con abbondanti piogge nella prima metà dell’anno hanno messo a dura prova i raccolti di frutta, verdura e cereali in tutta la Svizzera: ad essere particolarmente colpite sono state le produzioni “bio”, con i coltivatori costretti a far uso di prodotti chimici per salvare almeno parte dei raccolti.

La prima metà del 2024 è stata quindi dolorosa per il settore primario: la troppa acqua ha favorito lo sviluppo di malattie e funghi che attaccano frutta, verdura e cereali. Particolarmente esposte come detto sono state le colture biologiche e sotto attacco in particolare sono state le patate.

“Quest’anno ho dovuto ripiantare tutto – spiega ai microfoni del radiogiornale della RSI Manfred Wolf, proprietario di diverse aziende agricole bio nei cantoni di Berna e Friburgo –. Della raccolta primaverile di patate, il 40% erano da buttare. Per salvare i raccolti abbiamo impiegato dei fungicidi a base di rame. Le quantità utilizzate nell’agricoltura biologica non sono nocive...”

In stagioni come questa, l’uso di sostanze chimiche è necessario per salvare i raccolti: l’impiego di prodotti a base di rame è quindi consentito, ma non privo di controindicazioni. “È un prodotto che rimane nel sistema ambientale per molto tempo, e ha pure un effetto tossico, ad esempio sugli organismi acquatici”, sostiene infatti ai nostri microfoni Robert Finger, professore di economia agraria al politecnico di Zurigo.

“Ho un’azienda da mandare avanti...”

Un’alternativa all’uso di tali prodotti potrebbe essere l’impiego di varietà di frutta, verdura o cereali più resistenti ai funghi, ma “il problema è che il loro sviluppo richiede anni e deve soddisfare molti requisiti”, sottolinea Hans-Jakob Schärer, dell’istituto di ricerca per l’agricoltura biologica di Frick, nel canton Argovia.

Manfred Wolf ci spiega per parte sua che farebbe volentieri a meno dell’uso di prodotti fitosanitari come quello che ha dovuto impiegare, “ma anch’io ho un’azienda da mandare avanti, fatture e 60 dipendenti da pagare...”.

Oltre che su nuove varietà più resistenti, la ricerca si concentra anche su prodotti fitosanitari alternativi, ma con un maltempo come quello che si è abbattuto su varie regioni del Paese per il momento è impossibile salvare raccolti e aziende senza l’impiego di quanto attualmente a disposizione.

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