Le minacce del presidente USA Donald Trump di imporre dazi anche all’Europa, dopo quelli previsti per Cina, Messico e Canada, ha avuto come immediata conseguenza una reazione negativa da parte dei mercati finanziari. Le prime a cedere, oggi, lunedì, sono state le borse asiatiche con cali diffusi da Tokyo che cedeva il 2,7%, Seul il 2,5% e Sydney l’1,8% mentre Hong Kong, Shanghai e Shenzhen, che riaprivano dopo il Capodanno cinese, perdevano rispettivamente lo 0,6%, 0,1% e l’1,3%.
In Europa le borse hanno aperto in territorio negativo e non ci sono stati segni di particolare ripresa. Le perdite durante la mattinata sono state in media dell 1,5% su tutte le piazze, Zurigo compresa, anche se poi la Borsa elvetica ha recuperato un po’ cedendo circa 1% nel primo pomeriggio. I mercati europei restano nel complesso pesanti: Francoforte e Parigi cedono oltre l’1,5%, Milano circa l’1% mentre volano i prezzi di petrolio e oro.
Anche Wall Street si è inserita nel calo generale con tutti i suoi principali listini. Il Dow Jones ha iniziato la giornata perdendo l’1,07%, ancora più zavorrato appare l’indice dei titoli tecnologici: il Nasdaq scende del 2,08%. Lo S&P 500 cede invece l’1,59%.
Nel frattempo si sono registrati importanti movimenti anche sui mercati valutari. Dollaro canadese, peso messicano, in particolare perdono valore sul dollaro USA. Dollaro che dal canto suo si è rafforzato molto sulle principali valute. I motivi di questa forza sono da ricondurre al fatto che i dazi imposti da Trump, e relative risposte da parte dei Paesi colpiti, rischiano di far risalire l’inflazione. E questo vuol dire che la Banca centrale statunitense, la Federal Reserve, potrebbe anche trovarsi nella condizione di addirittura tornare ad alzare i tassi. E tassi più alti rendono più interessante il dollaro dal punto di vista degli investitori. Il franco svizzero, dal canto suo, si è rafforzato contro euro, sottolineando ancora una volta il suo ruolo di bene rifugio.