Per la prima volta dal 1992, anno di avvio delle statistiche su base trimestrale, la Cina registra un dato negativo per quanto riguarda il suo prodotto interno lordo che è crollato del 6,8% in marzo su base annua. La variazione congiunturale è pari a -9,8%. L’Ufficio nazionale di statistica, tenendo conto dello "tsunami coronavirus" aveva previsto una contrazione rispettivamente del 6,5% e del 9,9%. Giù la produzione per quanto riguarda il settore industriale (1,1%), in discesa pure le vendite al dettaglio (15,8%; in gennaio-febbraio il calo era stato del 20,5%). Dati questi che secondo gli esperti sono peggiori di quanto era stato preventivato.
Duecento milioni di disoccupati
Indiscrezioni dicevano che la crescita quest’anno sarebbe stata essere compresa tra 5,5% e il 6%, ma sicuramente non sarà così. Rimane l’incognita se sarà comunicato un nuovo obiettivo che serva da riferimento a imprese, mondo finanziario e istituzioni politiche. Sicuramente ci sarà uno stimolo all’economia. Intanto sarebbero 200 milioni i disoccupati nel paese (che conta 1,3 miliardi di persone) e l’offerta di lavoro sarebbe calata del 27% nei primi tre mesi dell’anno.
Sul fronte dell’epidemia inoltre, a Wuhan, da dove è partito tutto, è stato visto al rialzo il numero dei morti: 1'290 in più rispetto a quelli annunciati, per un totale di 3'869, sino ad ora e 325 contagiati supplementari (50'333) su una popolazione di 11 milioni di persone.
La difficile ripresa cinese
Telegiornale 19.04.2020, 22:00