È stata la sorpresa dell’estate: nell’ultimo decreto legge “omnibus” prima di una pausa per le vacanze, il governo italiano ha inserito una tassa del 40% sugli extra-profitti realizzati dagli istituti di credito, tassa il cui gettito – ha spiegato il vicepremier Matteo Salvini, leader della Lega – servirà a finanziare tagli delle tasse e agevolazioni per il pagamento del mutuo sulla prima casa (chi ha contratto mutui a tasso variabile si trova in difficoltà a causa dei reiterati aumenti del costo del denaro decisi dalla BCE in risposta all’impennata dell’inflazione).
La tassa - un contributo unico straordinario - si calcolerà sulla differenza tra quanto le banche pagano ai clienti come interesse sui loro depositi e quanto incassano come interesse sui mutui. Nel primo semestre di quest’anno i cinque principali istituti di credito della penisola hanno dichiarato profitti netti per circa 11 miliardi di franchi, un aumento del 64% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Secondo Salvini e i tecnici del governo, il gettito del provvedimento potrebbe ammontare dunque ad alcuni miliardi di euro: circa 2,6 oggi, che potrebbero salire a 5 entro fine anno se il trend di extra-profitti continuerà. In Spagna un provvedimento analogo ha portato 1,5 miliardi di euro nelle casse dello Stato, che spera di arrivare a tre miliardi entro fine anno. La misura - ha detto il vicepremier italiano - è un’idea del ministro delle finanze Giancarlo Giorgetti, che però non era presente alla conferenza stampa in cui è stata presentata.
Borse nella bufera
Per ora l’unico risultato è stato quello di affossare i titoli bancari, con pesanti vendite che hanno fatto di Milano la peggiore piazza d’Europa. L'indice Ftse Mib è sceso di 2,12 punti, mangiandosi 28 miliardi di Franchi di capitalizzazione. Il titolo BPER (ex Banca Popolare dell’Emilia-Romagna) e quello MPS (Monte dei Paschi di Siena) hanno perso oltre il 10%, BPM (Banca popolare di Milano) il 9%, Intesa San Paolo è andata sotto di oltre l’8%, Unicredit è scesa di quasi il 6%.
Come tutti i decreti, il Parlamento italiano ha ora 60 giorni di tempo per convertirlo in legge ed è in questa sede che gli istituti daranno battaglia. L'associazione bancaria italiana (ABI) non ha ancora commentato la decisione di Palazzo Chigi, ma alcuni istituti mettono in guardia dall’attendersi un grande beneficio per le casse pubbliche, perché i tassi pagati ai correntisti sono stati alzati e quindi il margine di profitto extra si è già ridotto.
Ma non c’è solo il decreto italiano a pesare sui listini: gli investitori sono nervosi anche per l’abbassamento del rating di 10 banche americane di media taglia da parte di Moody’s e per una serie di segnali, come i dati sul commercio cinese, che indicano un rallentamento dell’economia globale. A perdere, infatti, non sono solo le banche italiane e non è solo Piazza Affari, ma diverse borse europee e mondiali. In calo, sia pure contenuto, anche la borsa di Zurigo (-0,4%)
Reazioni politiche
Sul fronte politico, se i partiti della maggioranza - ovviamente - sostengono il provvedimento, anche una parte dei sindacati e delle sinistre lo vede con favore; semmai si chiede di estenderlo ad altri settori che hanno fatto registrare guadagni superiori alla media. “Senza le nostre pressioni non l'avrebbero fatto”, dice il Movimento 5 Stelle. Voci critiche vengono soprattutto da Italia viva dell’ex premier Matteo Renzi.
RG 12.30 del 08.08.2023 - Il servizio di Alessandro Braga
RSI Info 08.08.2023, 16:25
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