Le banche europee continuano ad utilizzare i paradisi fiscali per conseguire i loro profitti. È quanto emerge da uno studio pubblicato da un ente indipendente, l'Osservatorio europeo fiscale, con sede a Parigi. Tra il 2014 e il 2020, 36 tra le maggiori banche europee (nessuna svizzera) hanno contabilizzato in questi paradisi, il 20% dei loro profitti, con punte che superano il 55%, come successo per la Banca Monte dei Paschi di Siena. Tra gli Stati non è presente la Svizzera. Ci sono invece Panama, Lussemburgo, Irlanda e le Isole Cayman.
I profitti contabilizzati in Paesi con una tassazione favorevole ammontano a 20 miliardi di euro, una cifra che equivale al 14% di quelli generati da questi istituti. Si tratta di una percentuale stabile negli anni, malgrado si stia cercando di ottenere maggiore trasparenza.