UBS integrerà completamente le attività di Credit Suisse in Svizzera, in seguito all'operazione che ha portato (fra l'annuncio il 19 marzo e la finalizzazione legale il 12 giugno) al salvataggio e acquisizione di quello che era il secondo istituto bancario del Paese, il cui marchio quindi scomparirà. L'operazione di assorbimento sarà completata nel 2025 al termine della migrazione dei clienti.
È quanto l'istituto guidato da Sergio Ermotti ha annunciato giovedì mattina. L'assorbimento "rinforzerà i punti forti che fanno di UBS la prima banca elvetica" preservando la concorrenza sul mercato nazionale, secondo il CEO citato in un comunicato.
Costi da ridurre, ma non vengono quantificati i tagli al personale
Il numero di impieghi destinati alla soppressione per effetto del matrimonio fra le due banche era fra i dati più attesi, ma le aspettative giovedì sono andate deluse. I tagli non sono ancora stati quantificati. Si precisa tuttavia che i costi dovrebbero essere ridotti di circa 10 miliardi di dollari, 8,8 miliardi di franchi, entro il 2026. Secondo Bloomberg, a rischio ci sarebbero fino a 35'000 impieghi nel mondo. I dipendenti della banca d'investimento a Londra, New York e in Asia sarebbero i più esposti al rischio di perdere il posto di lavoro. A fine giugno le due banche ne contavano insieme 119'100, mentre erano ancora 123'077 al termine del 2022.
Utile da primato
Delle cifre fornite giovedì colpisce l'utile netto che UBS ha fatto segnare nel secondo trimestre: 28,93 miliardi di dollari (poco più di 25 miliardi di franchi). Un dato contabile che riflette lo scarto fra il prezzo pagato per Credit Suisse - 3 miliardi di franchi - e il reale valore della banca acquisita insieme ai suoi attivi. Quest'ultima, invece, se considerata da sola ha subito una perdita trimestrale di 8,9 miliardi di franchi.
È proseguito, anche se più lentamente, il deflusso dei patrimoni in gestione, mentre aumentano quelli di UBS: l'afflusso netto di 16 miliardi di dollari fra aprile e giugno costituisce il miglior risultato da oltre dieci anni.
Salvo lo sponsoring
Sospiro di sollievo per le società sportive e le associazioni culturali che ricevevano finora finanziamenti da Credit Suisse: il denaro continuerà ad essere elargito da UBS anche dopo la fusione, perlomeno per alcuni anni. "Siamo consapevoli dell'importante ruolo che entrambe le aziende svolgono nelle comunità in cui operiamo, ragion per cui manteniamo in pratica tutte le sponsorizzazioni di attività civiche, sportive e culturali programmate in Svizzera almeno fino alla fine del 2025", afferma il CEO Sergio Ermotti nel comunicato di giovedì. Come noto Credit Suisse era sponsor della nazionale svizzera di calcio, di diversi eventi sportivi, di musei e di festival, sia in Svizzera che all'estero. In non pochi casi gli importi in gioco sono assai rilevanti.
RG 07.00 del 31.08.2023 La diretta di Marzio Minoli
RSI Info 31.08.2023, 07:12