La guerra in Ucraina riguarda anche i consumatori. Non fanno eccezione quelli svizzeri. Chi possiede un veicolo se n’è senz’altro accorto: i prezzi del litro di benzina o diesel sono saliti in pochi giorni di oltre 40 centesimi prima di ripiegare, rimanendo comunque al di sopra dei due franchi. Cosa che – specifica il presidente della camera di commercio ticinese Andrea Gehri – avrà un impatto sull’intera filiera dei prodotti. Visto che la maggior parte è trasportata su strada, il rincaro riguarderà anche i generi alimentari, per alcuni dei quali (come burro, uova, latte, pane e olio) si teme un rincaro di almeno il 10 per cento.
In questo contesto gli occhi sono puntati sulla Banca Nazionale Svizzera e sulla sua politica monetaria. In situazioni come quella attuale, il franco torna a essere bene rifugio per eccellenza e ad accrescere il proprio valore. Cosa che potrebbe avere conseguenze per l'industria di esportazione e su settori come il turismo, che – sottolinea ancora Gehri - sta lentamente uscendo da due anni drammatici a causa della pandemia. Infine c’è preoccupazione per il mondo del lavoro: per evitare un’impennata della disoccupazione, l'Unione sindacale Svizzera chiederà al Consiglio federale di prolungare di tre mesi (sino a giugno) il regime del lavoro ridotto
Ospite in studio Andrea Gehri
I servizi 20.03.2022, 23:14
Questo e altri temi sono stati affrontati dalla trasmissione Tempi Moderni (#rsitempimoderni) il magazine economico della RSI in onda ogni domenica alle 21:55 si RSI LA1. La trasmissione è disponibile anche online:
Il conflitto in Ucraina tocca l'economia Svizzera e i mercati agricoli
Tempi moderni 20.03.2022, 21:55