Matteo Messina Denaro, come prima di lui Bernardo Provenzano, non è mai stato il superboss di Cosa Nostra dello stile di Salvatore Riina, ma la sua cattura rappresenta comunque un momento importante nella lotta alla organizzazione criminale siciliana. A sottolinearlo ai microfoni della RSI è lo storico Salvatore Lupo, professore all’Università di Palermo, uno dei massimi studiosi della mafia.
Catturato Messina Denaro
Telegiornale 16.01.2023, 13:30
“Il dato fondamentale” dell’operazione condotta dalle forze dell’ordine lunedì mattina, sottolinea, è “la fine dell'impunità, la fine storica dell'impunità, per cui Messina Denaro è soltanto l'ultimo erede di quella mafia stragista che da 30 anni non si fa più sentire in Italia, in Sicilia”. Era la mafia dei corleonesi che, operativamente, è “finita da un pezzo”. “Le situazioni cambiano, il mondo cambia, la mafia cambia – spiega Salvatore Lupo. E quelle manifestazioni terribili di stragismo di cui la mafia cosiddetta corleonese si è resa protagonista fanno già parte di una storia abbastanza remota”.
Ciò non toglie però che la cattura di Matteo Messina Denaro, dopo 30 anni di latitanza, abbia la sua rilevanza. “Il colpo è stato durissimo, simbolicamente, perché per chi conosce questa storia, la presunzione dell'impunità è sempre stata una formidabile chance e risorsa per la mafia stessa di fronte agli occhi dell'opinione pubblica. In questo senso non bisogna esagerare a dire che è la debolezza della mafia ad aver determinato la cattura di tutti questi super latitanti, ma è stata anche la forza dell'iniziativa della Repubblica italiana e delle sue forze di polizia. La forza della mafia si alimenta sempre della debolezza dello Stato. Ma è vero anche l'incontrario”.