“Adesso basta!”: in Italia si stanno svolgendo oggi (venerdì) lo sciopero e la manifestazione di CGIL e UIL per cambiare la manovra e le politiche economiche e sociali del governo Meloni. Lo sciopero nazionale è di 8 ore o dell’intero turno di lavoro per il pubblico impiego, la scuola, l’università e ricerca, la sanità e gli addetti di Poste.
Per il settore dei trasporti, dopo la precettazione decisa non senza polemiche dal Governo e in particolare dal ministro Matteo Salvini per garantire il servizio, dai bus e metro ai treni - esclusi i voli che sono regolari - lo stop è di 4 ore, dalle 9 alle 13. Così come per i vigili del fuoco. Incrociano le braccia per 8 ore anche le lavoratrici e i lavoratori delle regioni del Centro.
Si tratta della prima tappa della mobilitazione proclamata da CGIL e UIL: in tutto cinque giornate con scioperi e manifestazioni in 58 piazze, con oltre 100 presidi su base territoriale e regionale, che poi coinvolgeranno le regioni del Nord il 24 novembre e quelle del Sud il primo dicembre. Sicilia e Sardegna si fermeranno rispettivamente il 20 e il 27 novembre.
Manifestazioni sono in programma a Firenze, Perugia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Fermo, Macerata, Lanciano, Campobasso e Roma. Nella capitale l’appuntamento era in Piazza del Popolo: con i segretari generali di CGIL e UIL, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri., erano in 60’000. Ma migliaia di persone manifestano pure a Torino e altre dimostrazioni sono previste in Piemonte pure ad Alessandria, Cuneo e Novara.
Maurizio Landini (Cgil) e Pierpaolo Bombardieri (Uil) sul palco di piazza del Popolo durante la manifestazione
La mobilitazione è stata promossa dalle due confederazioni “per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. A sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile ma necessaria e urgente. Adesso basta!”.
Protestano anche gli studenti contro la riforma della scuola
Al contempo, nel giorno dello sciopero, tornano in piazza anche gli studenti: a Torino per esempio almeno 500 manifestanti sono partiti questa mattina da piazza XVIII dicembre, aderendo alle iniziative che si stanno svolgendo in altre città d’Italia dove studenti medi e universitari protestano contro le politiche del governo Meloni e nei confronti della riforma della scuola voluta dal ministro Valditara.
Manifestazione Rete degli Studenti Medi a Roma - Tra gli studenti forte sostegno anche alla causa palestinese
“Con la riforma della scuola del governo Meloni l’istruzione pubblica torna indietro di 50 anni e viene fatto un altro grande regalo alle aziende - spiega Caterina Mansueto, presidente della Consulta di Torino - La riduzione della durata del percorso scolastico a 4 anni per i tecnici e i professionali e l’incentivazione della scuola-lavoro con la creazione di campus scuola-azienda sono uno schiaffo in faccia pesantissimo ai 200’000 studenti scesi in piazza l’anno scorso dopo la morte di tre loro coetanei in stage”.