Conflitto Israele-Hamas

“In guerra contro Hamas, non contro i palestinesi”

Lo Stato ebraico si difende davanti alla Corte di giustizia internazionale dalle accuse di genocidio formulate dal Sudafrica - “Se c’è un genocidio, è contro Israele”

  • 12 gennaio, 13:01
  • 13 gennaio, 15:37
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RG 12.30 del 12.01.2024 La diretta di Emiliano Bos

RSI Info 12.01.2024, 13:00

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Di: AFP/Reuters/pon 

“Il Sudafrica ha raccontato solo metà della storia”: così Malcolm Shaw, l’avvocato che difende Israele nella causa per genocidio intentata da Pretoria davanti alla Corte internazionale di giustizia. Giovedì avevano esposto la loro tesi i rappresentanti del Paese africano, mentre oggi, venerdì, è toccato allo Stato ebraico prendere la parola per difendersi.

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La parola ad Israele

Telegiornale 12.01.2024, 12:30

“Se ci fosse il caso, e non c’è, che forze israeliane abbiano trasgredito qualche regola del conflitto, allora - ha aggiunto Shaw - questo sarebbe affrontato al momento opportuno dal solido e indipendente sistema giuridico israeliano”. “Ma - ha ribadito - non c’è alcun intento di distruggere in tutto o in parte il popolo (di Gaza, ndr) in quanto tale”. “Affermazioni di soldati - ha spiegato - non rappresentano la linea di condotta: ciò che proviene dal Capo di stato maggiore dell’esercito ha chiaramente mostrato l’intento di prevenire e ridurre le perdite civili e di attenersi alle regole di guerra”.

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Secondo giorno di udienze

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Ha preso la parola anche Tal Becker, consigliere legale del Ministero degli affari esteri israeliano, per sostenere che le accuse sudafricane “sono distorte” e che la richiesta di ordinare una sospensione delle operazioni militari nella Striscia di Gaza, se accolta, “lascerebbe Israele indifeso”.

“Se ci sono stati atti di genocidio, sono stati commessi nei confronti di Israele”, ha affermato, “Hamas cerca di commettere un genocidio nei confronti di Israele” e “Israele è in guerra contro Hamas e non contro il popolo palestinese”.

Lo Stato ebraico sostiene di usare strumenti legittimi e di esercitare il suo diritto all’autodifesa nell’offensiva scatenata nella Striscia di Gaza dopo gli attacchi sul suo territorio del 7 ottobre scorso. E afferma di limitare al massimo le perdite civili. In 13 settimane di attacchi, i morti a Gaza sono oltre 23’000, in maggioranza donne e bambini.

La causa

La causa intentata da Pretoria chiede che venga ordinata in modo urgente una sospensione delle operazioni militari e una decisione in proposito potrebbe arrivare nel giro di qualche settimana, mentre l’esame di dettaglio del caso richiederà più probabilmente anni. Le decisioni della Corte sono giuridicamente vincolanti e senza appello, ma l’organismo non ha mezzi per imporne l’applicazione. Non è chiaro quindi se Israele si atterrebbe a quanto stabilito dai giudici. Si esporrebbe a sanzioni da parte dell’ONU, che sarebbero però bloccate da un eventuale veto dell’alleato statunitense. Quello che resterebbe, in ogni caso, è il danno di immagine.

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