“Mi hanno chiesto se ho fiducia, ma io non ho fiducia. La speranza è qualcosa per il futuro, io vivo nel passato o nel presente”, così si è rivolto ai microfoni del Telegiornale di RSI Yshay Dan, zio di Ofer Kalderon, ostaggio di Hamas dal 7 ottobre 2023, aggiungendo che “solo quando Ofer abbraccerà i suoi figli potrò essere ottimista”.
Ofer Kalderon è stato rapito dal Kibbutz di Nir Oz assieme alla figlia Sahar ed al figlio Erez. Lui è sulla lista degli ostaggi da agosto, mentre i figli sono stati liberati il 27 novembre 2023, dopo 55 giorni di prigionia. La tregua tra Israele e Hamas, entrata in vigore domenica 19 gennaio attorno alle 10:00, fa intravvedere uno spiraglio di luce ai cittadini israeliani, ma la paura perdura.
“Non solo non sono convinto che tornerà” rincara la dose Yshay Dan, sottolineando anche che “se dovesse tornare vivo, ma non troppo indebolito, non ammalato o ferito, non potrebbe comunque essere una persona equilibrata”. I figli stessi di Ofer sono tornati profondamente traumatizzati dopo meno di due mesi di prigionia e, mentre Sahar non riesce più ad andare a scuola e ad avere una vita normale, Erez fa molta fatica a dormire pacificamente. “Non lasciarmi qui, non lasciarmi morire qui, salvami da qui” disse Ofer a Sahar, “immaginatevi come possa essere diventato dopo 15 mesi di prigionia” dice ancora il signor Yshay Dan all’inviato RSI Thomas Paggini.
Yshay Dan, zio dell'ostaggio di Hamas Ofer Kalderon
Persiste un sentimento diffuso di impotenza, soprattutto davanti alla comprensione di non poter fare nulla. “Tocca a noi fermare immediatamente la guerra, ancora prima di accogliere a casa gli ostaggi” insiste lo zio di Ofer “per poter dire: ecco, abbiamo posto fine al conflitto, adesso ridateci tutti gli ostaggi, non qualche ostaggio”.
Il paventato rinvio della tregua aveva spaventato ha generato preoccupazioni, ma da ieri, da quando il cessate il fuoco è entrato ufficialmente in vigore, gli israeliani hanno tirato un primo sospiro di sollievo.