Le operazioni che Israele sta svolgendo fuori dai suoi confini, Libano in testa, contro i leader di Hezbollah e Hamas, non si fermeranno e sono un modo per rimediare a una serie di errori del passato. Tra tutti la liberazione di migliaia di prigionieri palestinesi, nel 2011, inclusi gli attuali esponenti di Hamas in cambio di un solo soldato ostaggio, Gilad Shalit.
I leader di Hamas infatti erano tutti nelle mani di Israele. Maichel Koubi, ex capo del dipartimento interrogatori dei servizi segreti israeliani, già a partire dagli anni ‘80 li ha interrogati tutti, ma si ricorda in particolare di Yayhia Sinwar, la mente degli attacchi dello scorso 7 ottobre, che interrogò per 150 ore.
“Se fossi stato il presidente o il primo ministro non lo avrei mai liberato - racconta Koubi ai microfoni della nostra inviata in Israele Naima Chicherio - Avevo una posizione importante e l’ho detto a Netanyahu. Se liberi Sinwar, Ahmed Yassin e gli altri non avremo un’organizzazione, ma uno stato del terrore. Non farlo! Se fosse dipeso da me, non ne avrei scambiato neanche uno con Gilad Shalit”.
Sinwar infatti preannunciava il 7 ottobre già alla fine degli anni ‘80: “Mi ha detto esattamente ciò che hanno fatto a ottobre. Gli ho chiesto come? e lui ha detto che Hamas diventerà sempre più grande, oggi avete arrestato 500 persone, l’anno prossimo saremo 3’000, poi 6’000 e così via. Aveva ragione, sono diventati 40’000. Dopo essere stato liberato, ha reclutato migliaia di persone”.
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“La gente dice che è psicopatico - continua a spiegare Koubi - ma è molto astuto, è razionale, è molto aggressivo, questo è Yayhia Sinwar. Crede che l’Islam voglia la morte degli ebrei e degli infedeli. Ha gli occhi di un assassino, non sorride e non ride mai, è sempre molto serio, e durante gli interrogatori diceva apertamente che ci voleva morti e non solo, diceva un giorno quando saremo liberi vedrete di cosa siamo capaci e descriveva come avrebbero ucciso gli israeliani nei kibbutz”.
Secondo Koubi l’intelligence israeliana sapeva tutto, avevamo tutte le informazioni: “Sono stato arrabbiato fino ad ora. Nessuno ha creduto che potessero mettere davvero in atto questi piani. Ecco perché sono arrabbiato. L’intelligence israeliana è davvero potente. Possiamo colpire una persona dietro alla finestra di un palazzo di 20 piani a Beirut, possiamo fare anche di più. Ma non abbiamo voluto credere ai loro piani”.
Per stanare i leader di Hamas ci vuole tempo, secondo l’ex capo del dipartimento interrogatori dei servizi segreti israeliani: “Questa è gente che sa come combattere. Sono stati addestrati per anni dall’Iran. 150 istruttori speciali sono arrivati a Gaza dall’Iran e gli hanno insegnato tutto, come uccidere, come infiltrarsi, come usare le risorse che gli hanno fornito. Non basteranno altre due o tre settimane. Ci vorrà un anno, forse due, ma distruggeremo le loro capacità per sempre”.
Ma che fine farà Yayhia Sinwar? “Non si arrenderà mai, no, preferisce diventare un martire. Dopo il 7 ottobre si sente un eroe, pensa di aver scatenato una guerra di religione. Non lascerà mai volontariamente la Striscia di Gaza, non farà mai accordi per andarsene ad esempio in Qatar. Sinwar sa che verrà ammazzato e lo accetta”.
Un medico a Gaza
RSI Info 22.12.2023, 18:00
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