Non c’è ancora nessun accordo fra Israele e Hamas sugli ostaggi ma “continuiamo a lavorare duro per arrivarci”. Lo afferma la Casa Bianca commentando le indiscrezioni del Washington Post. Il quotidiano, citando un documento di sei pagine, aveva anticipato la notizia del raggiungimento di un’intesa per un cessate il fuoco di cinque giorni, che permetterebbe di portare aiuto umanitario nella Striscia di Gaza e nel contempo coinciderebbe con la liberazione di almeno una parte dei 240 ostaggi nelle mani di Hamas, in particolare donne e bambini.
La smentita delle autorità statunitensi è arrivata sabato sera (ora locale) attraverso un messaggio su X della portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, Adrienne Watson. In precedenza anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu, confrontato con il corteo di protesta dei famigliari degli ostaggi giunto sabato a Gerusalemme per reclamarne a gran voce il rilascio, aveva a sua volta affermato che al momento non è ancora stato raggiunto alcun accordo. Secondo il Qatar, che funge da mediatore, per il rilascio restano da definire solo dettagli minori.
La marcia per la liberazione degli ostaggi
Telegiornale 18.11.2023, 20:00
Sempre sul Washington Post è stata pubblicata un’opinione di Joe Biden, in cui il presidente rilancia la soluzione dei due Stati e afferma che una volta cessate le ostilità Striscia di Gaza e Cisgiordania dovranno essere riunite sotto la guida dell’Autorità nazionale palestinese. Parole in contrasto con i piani di Netanyahu. E per la prima volta Biden ipotizza anche sanzioni: non nei confronti di Israele in quanto Stato ma di quegli “estremisti” (questa la parola usata) responsabili degli attacchi dei coloni contro i civili palestinesi nei Territori occupati.
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Intanto gli attacchi israeliani, che hanno causato in 43 giorni oltre 12’000 morti, proseguono e la situazione umanitaria nella Striscia resta gravissima. L’Organizzazione mondiale della sanità ha fatto sapere che sta preparando un piano di evacuazione totale dell’ospedale al Shifa, il più grande di Gaza, da giorni sotto assedio e abbandonato sabato da gran parte dei pazienti, usciti a piedi. “Ormai è una zona di morte”, ha dichiarato il capo dell’OMS Tedros Ghebreyesus. Al suo interno rimangono poco meno di 300 pazienti, persone vittime di gravi infezioni e traumi, insieme a una ventina di operatori sanitari. Una trentina di neonati prematuri sono invece stati trasportati verso l’Egitto domenica mattina.
In centinaia lasciano l'ospedale Al Shifa
Telegiornale 18.11.2023, 20:00