Più di 80 persone, secondo il Ministero della sanità locale, sono morte in due attacchi aerei israeliani sabato contro il campo profughi di Jabaliya, che l’ONU gestisce nella zona settentrionale della Striscia di Gaza. In uno di essi sono rimasti uccisi 32 componenti della medesima famiglia, fra cui 19 bambini. L’altro, all’alba, ha preso di mira la scuola di al Fakhura, in cui avevano trovato rifugio migliaia di sfollati. Le vittime sono una cinquantina. In immagini diffuse sui social si vedono corpi coperti di sangue e polvere, fra le macerie dell’edificio.
Questo secondo attacco è stato condannato su X da Philippe Lazzarini, il patron dell’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Il diplomatico svizzero ha parlato di “immagini orribili” e dichiarato che questi attacchi “non possono diventare un fatto comune e devono cessare. Un cessate il fuoco umanitario non può più aspettare”.
In 43 giorni di attacchi israeliani sulla Striscia sono già morti oltre 12’000 palestinesi, per due terzi donne e bambini.
Gaza, sfollato l'ospedale Al Shifa
Telegiornale 18.11.2023, 12:30