"Alla fine dell'inverno in Germania saranno quasi tutti vaccinati, guariti o morti". Sotto attacco per la gestione dell'emergenza Covid che ha travolto il Paese, il ministro della Salute tedesco Jens Spahn ha pronunciato una sentenza shock in una situazione complessa.
Poche ore dopo è stata direttamente Angela Merkel ad affidare al presidio della CDU tutta la sua inquietudine di fronte alle misure attuali - decise peraltro appena giovedì scorso - affermando che "non sono sufficienti": "Ci troveremo in una situazione che sovrasterà tutto quello che abbiamo avuto finora", la fosca previsione della cancelliera.
In effetti i dati record sul contagio (con un'incidenza settimanale salita a 386,5 su 100 mila abitanti), ma soprattutto l'allarme delle terapie intensive, delineano in modo chiaro il "dramma" che Merkel evoca da settimane. Gernot Marx, presidente del Divi, associazione di medici di terapia intensiva e di urgenza, ha denunciato che "la situazione in Germania non è sotto controllo e desta molta preoccupazione". E la camera dei medici del Land della Sassonia ha addirittura avvertito che in corsia ci si debba "preparare al triage", ovvero a scegliere chi curare.
La Sassonia è uno dei länder nei quali l'incidenza - cioè il numero di casi su 100'000 abitanti - ruota attorno a quota mille. E in alcune città - come Chemnitz o Lipsia - i letti liberi in terapia intensiva si contano già sulle dita di una mano. "Siamo in una situazione di sovraccarico - ha detto in un'intervista radiofonica il presidente della camera regionale dei medici, Erik Bodendieck - e questo significa che verosimilmente ci troveremo nei prossimi giorni nella condizione di fare una selezione". In pratica si dovrà valutare chi di due pazienti ha maggiori chance di rispondere alle terapie e riprendersi.