Il mullah Mohammad Hasan è stato nominato primo ministro ad interim del nuovo Governo "provvisorio" dell’Afghanistan. Lo ha annunciato il portavoce Zabihullah Mujahid, martedì pomeriggio nel corso di una conferenza stampa a Kabul, dopo tre settimane dal ritorno al potere del movimento islamista.
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Il mullah Abdul Ghani Baradar, cofondatore dei talebani, negoziatore con gli USA a Doha e capo politico in pectore degli studenti coranici, sarà invece il numero due dell’Esecutivo, mentre il figlio del mullah Omar, fondatore del movimento islamista, il mullah Yaqoub, sarà il ministro della Difesa; all'Interno è stato invece nominato Serajuddin Haqqani, leader della temibile e omonima rete alleata dei talebani.
Tutti nomi della "vecchia guardia"
Benché nei giorni scorsi i talebani abbiano manifestato l'intenzione di includere nel Governo anche rappresentanti di minoranze, etniche e politiche, i nomi svelati oggi sono tutti riconducibili alla "vecchia guardia" del movimento; nessuna donna è inoltre per ora stata nominata in seno all'Esecutivo.
Il nuovo governo afghano "dovrà affrontare i problemi immediati, soprattutto la povertà", ha aggiunto il portavoce Zabihullah Mujahid, affermando inoltre che "il problema della sicurezza è risolto, perché non c'è più la guerra".
Il premier nella lista ONU dei terroristi
Mohammad Hassan Akhund, il nuovo primo ministro afghano nel governo dei Talebani, figura nella lista dell'Onu di persone designate come "terroristi o associati a terroristi". Mohammad Hassan è stato in passato consigliere politico del Mullah Omar, già leader dei Talebani, oltre che governatore di Kandahar e ministro degli Esteri negli anni del primo governo degli studenti coranici, tra il 1996 e il 2001.
Catena della Solidarietà
La Catena della Solidarietà si è attivata per una raccolta fondi a favore della popolazione in Afghanistan, le cui necessità dal punto di vista umanitario sono state amplificate dall’ascesa al potere dei talebani. Donazioni sono possibili sul conto postale 10-15000-6 o direttamente sul sito www.catena-della-solidarietà.ch.