La riunione virtuale dei leader del G7 sull'Afghanistan si terrà martedì. Lo ha annunciato il premier britannico Boris Johnson. "Martedì convocherò i leader del G7 per colloqui urgenti sulla situazione in Afghanistan. È fondamentale che la comunità internazionale collabori per garantire evacuazioni sicure, prevenire una crisi umanitaria e sostenere il popolo afghano per preservare i risultati degli ultimi 20 anni", ha scritto Johnson su Twitter.
Nel frattempo a Kabul prosegue il caos nei pressi dell’aeroporto, dove secondo quanto dichiarato da un funzionario della NATO, citato dalla Reuters, sono almeno 20 le persone che sono morte negli ultimi sette giorni all'interno e nei dintorni dello scalo. "La crisi fuori dall'aeroporto di Kabul è una disgrazia. Il nostro obiettivo è evacuare tutti gli stranieri il prima possibile", ha detto il funzionario. "Le nostre forze stanno mantenendo una distanza dalle aree esterne dell'aeroporto di Kabul per prevenire eventuali scontri con i talebani", ha aggiunto.
L’appello dell’ONU: “Catastrofe senza aiuti urgenti”
L'Afghanistan affronterà una "catastrofe assoluta" con fame diffusa, persone senza casa e collasso economico a meno che non venga concordato un urgente sforzo umanitario sulla scia del ritiro dal Paese degli Stati Uniti.
A lanciare l'allarme ai leader mondiali è Mary-Ellen McGroarty, direttrice nazionale per l'Afghanistan del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, dichiarando al britannico Observer che un'azione rapida e coordinata è fondamentale, "altrimenti, una situazione già orrenda diventerà solo una catastrofe assoluta, un completo disastro umanitario", ha detto. "Dobbiamo portare rifornimenti nel Paese, non solo in termini di cibo, ma anche di forniture mediche, di rifugi. Abbiamo bisogno di soldi e ne abbiamo bisogno ora", ha proseguito McGroarty.
Il Pentagono precetta gli aerei civili
Il Pentagono, come era emerso nelle scorse ore da alcune indiscrezioni giornalistiche, ha annunciato l'avvio di un programma di emergenza che obbliga le compagnie aeree civili a mettere a disposizione del Governo alcuni dei loro velivoli, per aiutare le operazioni di evacuazione a Kabul. Gli aerei coinvolti saranno una ventina. Il Pentagono ha quindi spiegato di aver richiesto per ora complessivamente 18 aerei per un periodo di una-due settimane a sei compagnie: American Airlines, Delta Air Lines, United Airlines, Hawaiian Airilines, Atlas Air Worldwide, Omni Air Intenational. Ma il numero richiesto potrà aumentare se necessario.
Questi aerei dovranno essere messi subito a disposizione del Governo, ma non dovranno volare sui cieli di Kabul. Aiuteranno invece a trasportare negli USA e in Europa (Germania, Italia, Spagna e altri Paesi) le persone tratte in salvo che a bordo di aerei militari arrivano nelle basi americane in Medio Oriente: quelle di Qatar, Bahrain ed Emirati Arabi sempre più gremite.
Jansa: “Nessun corridoio umanitario dall’UE”
Nel frattempo, sempre in relazione alle operazioni di evacuazione, il premier conservatore sloveno Janez Jansa, la cui nazione detiene la presidenza di turno semestrale dell’UE, ha dichiarato che Bruxelles non aprirà corridoi umanitari per i profughi dall'Afghanistan né consentirà che si ripeta la grave crisi migratoria del 2015.
"Non è compito della UE o della Slovenia aiutare e pagare per tutti coloro che fuggono nel mondo", ha aggiunto il premier sloveno le cui posizioni in tema di migranti sono vicine a quelle dell'ultraconservatore ungherese Viktor Orban e degli altri capi di Stato del Gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia).
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