Comincia oggi, giovedì, a Dubai, la 28esima conferenza per il clima delle Nazioni Unite. I capi di Stato e di Governo di oltre 160 paesi, si riuniranno a Expo City, dal 30 novembre al 12 dicembre, che diventerà per quindici giorni il cuore pulsante della diplomazia climatica, con gli Emirati e le Nazioni Unite che sperano in una COP28 storica come quella tenutasi a Parigi nel 2015.
Al via la COP28 a Dubai
Telegiornale 30.11.2023, 12:30
L’appuntamento però sta già facendo discutere: prima di tutto perché il paese ospitante è tra i maggiori produttori di petrolio al mondo, ma anche perché le nazioni più inquinanti sono ancora molto lontane dal rispettare gli impegni presi con l’accordo di Parigi del 2015.
In diretta da Dubai
Telegiornale 30.11.2023, 12:30
I leader attesi e i grandi assenti
Tra i grandi assenti alla COP28, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ma anche il leader della Cina, Xi Jinping. Papa Francesco non parteciperà alla conferenza per ragioni di salute.
Tra i leader attesi al vertice figurano invece il presidente ucraino Zelensky, il turco Erdogan, l’italiana Giorgia Meloni, il francese Macron, il brasiliano Lula, l’israeliano Herzog e anche il leader dell’Autorità palestinese Abu Mazen.
Le polemiche sul doppio ruolo di Sùltan Al Jàber
Mai prima d’ora l’amministratore delegato di un gruppo petrolifero ha condotto i negoziati. A Dubai, invece, il compito spetterà a Sùltan Al Jàber, ministro dell’industria, presidente di Masdar e direttore generale della compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi.
“Questa è stata la prima volta che qualcuno è stato in grado di convincere l’industria del petrolio e del gas a prendere degli impegni concreti per l’ambiente”, ha dichiarato il ministro negli scorsi giorni, in risposta alle polemiche sul suo ruolo controverso all’interno della COP.
La scelta di avere il Sultano - condivisa anche dal segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres - mostra però una spaccatura che verrà probabilmente a galla durante le prossime due settimane di conferenza sul clima, tra due strategie opposte: quella seguita finora di riduzione dell’utilizzo delle energie fossili - eliminare progressivamente petrolio, carbone e gas - sostituendoli con energie rinnovabili e quelle invece portate avanti dai paesi petroliferi.
I temi principali e un’intesa difficile
Il Global Stocktake - il bilancio sul rispetto dell’Accordo di Parigi per monitorarne l’attuazione e valutare i progressi collettivi compiuti per non superare la soglia limite degli 1,5° di aumento della temperatura media globale - sarà uno dei temi principali di COP28.
“Questa è la COP più importante dopo quella di Parigi - ha dichiarato mercoledì il responsabile delle Nazioni Unite per il clima Simon Stiell - Oggi stiamo facendo piccoli passi avanti, mentre si prevedono passi da gigante”.
La prima decisione importante della COP28 potrebbe arrivare già durante la prima giornata, quando la sessione adotterà l’implementazione del nuovo fondo per compensare le perdite e i danni legati al clima nei Paesi vulnerabili, dopo un anno di negoziati molto tesi tra i Paesi del Nord e del Sud.
Nella seconda settimana si cercherà di arrivare alla formazione di un documento finale. L’Unione europea punta a un impegno globale per triplicare la produzione di energia rinnovabile e raddoppiare l’efficienza energetica, obbiettivo condiviso da un centinaio di Paesi. Resta, però, il nodo dei combustibili fossili che, come in passato, rischia l’opposizione durissima dei Paesi produttori.
RG 12.30 del 30.11.2023 Gli obiettivi svizzeri esposti da Felix Wertli, l’ambasciatore svizzero per l’ambiente
RSI Info 30.11.2023, 13:23
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Gli obiettivi dell’Accordo di Parigi
L’Accordo di Parigi persegue l’obiettivo di limitare ben al di sotto di 2 gradi il riscaldamento medio globale rispetto al periodo preindustriale, puntando a un aumento massimo pari a 1,5 gradi. Inoltre mira a orientare i flussi finanziari verso uno sviluppo a basse emissioni di gas serra e a migliorare la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici.
Il 14 novembre è stato reso pubblico il report ufficiale delle Nazioni Unite, nel quale sono stati analizzati gli impatti di 168 Paesi, corrispondenti al 95% delle emissioni globali di gas serra. Per limitare l’aumento della temperatura globale, e raggiungere gli obiettivi, bisognerebbe tagliarle di circa il 30/40% le emissioni.
Dubai, domani inizia la COP
Telegiornale 29.11.2023, 20:00