Un gruppo di attivisti curdi, che si presentano come dissidenti del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), ha rivendicato giovedì l’attentato all’autobomba che domenica ha ucciso 37 persone ad Ankara.
Il gruppo dei “Falconi della libertà del Kurdistan” (TAK) ha precisato che l’attacco è stato un “atto di vendetta” in risposta alle operazioni portate avanti dall’esercito turco nel sud-est del paese che dal mese di luglio hanno fatto centinaia di vittime.
Il TAK – che ha già rivendicato l’attentato dello scorso 17 febbraio - precisa che l’obiettivo dell’esplosione erano le forze di sicurezza, ma che le vittime civili erano "inevitabili".
Clima di insicurezza
La Germania ha intanto fatto sapere di aver deciso di chiudere la propria ambasciata ad Ankara e il consolato e la scuola tedesca di Istanbul per timore di nuovi attacchi.
PP del 17.03.16; il servizio di Chiara Savi
RSI Info 17.03.2016, 12:57
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RG delle 12.30 del 17.03.16; il servizio di Chiara Savi
RSI Info 17.03.2016, 13:17
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reuters/mrj