Il ministero dell'interno dell'Arabia Saudita ha reso noto che sono state eseguite quattro condanne a morte. Il boia ha decapitato due etiopi e un saudita (accusati di omicidio) e un pakistano (per traffico di droga).
Sale così a 114 il numero delle persone alle quali è stata inflitta la pena capitale nel paese, a partire dall'inizio dell'anno. Nel 2014 il totale delle condanne a morte, invece, si era "fermato" a 87.
Omicidio, stupro, rapina a mano armata, apostasia e traffico di droga sono punibili con la morte nell'ultra-conservatore regno saudita, governato da una versione rigida della legge islamica. Il ministero dell'Interno usa la deterrenza come argomento chiave per giustificare le decapitazioni.
Christof Heyns, relatore ONU per le esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, ha sottolineato a maggio che, nel reame, non vengono rispettate le normative internazionali che impongono processi equi.
AFP/M.Ang.