Otto uomini e tre donne fra i 54 e i 97 anni di età. Fra di loro due fratelli e una coppia. Sono le vittime della strage nella sinagoga di Pittsburgh, finite nel mirino del killer perché ebrei e gli "ebrei stanno commettendo il genocidio della mia gente". Parole scandite da Robert Bowers di fronte agli agenti del corpo speciale Swat e che ora possono costargli la condanna alla pena di morte.
Incriminato con 29 capi d'accusa, fra i quali il "crimine d'odio", Bowers resta in ospedale e lunedì comparirà in tribunale per la sua prima udienza. Per ora non è accusato di terrorismo domestico in quanto non sono trapelate indicazioni sul fatto che volesse diffondere la sua ideologia o facesse propaganda. "Le sue condizioni di salute restano discrete", riferisce la polizia.
Le indagini intanto continuano: al momento sembra essere confermata la pista dell'azione solitaria, senza alcun complice. Ma - avverte l'FBI - l'inchiesta è ancora nelle fasi iniziali: si cercano informazioni sul passato del killer che, secondo i vicini, sembrava essere una "persona normale.
ats/joe.p.