Il procuratore generale dello Stato di Washington ha annunciato l'intenzione di lanciare un'azione legale contro Donald Trump, contestandogli l'ordine esecutivo che sospende l'ingresso nel paese per chi è originario di sette nazioni dell'area islamica. Bob Ferguson, il magistrato in questione, è uno dei 16 che domenica hanno sottoscritto una dichiarazione in cui si definisce illegale il provvedimento, oltre che contrario ai principi nazionali.
Contro il bando firmato dal presidente statunitense è inoltre stata annunciata una causa federale dall'associazione mantello delle varie organizzazione mussulmane attive in loco.
D'illegalità e meschinità hanno d'altro canto parlato anche, per bocca di un portavoce, le Nazioni Unite. Si sono quindi accodati, tra gli altri, la cancelliera tedesca Angela Merkel, l'inquilino dell'Eliseo François Hollande e Jean Claude Junker, numero uno dell'Esecutivo dell'Unione Europea.
Si è manifestato pure Barack Obama, il quale, nella prima uscita pubblica dopo aver detto addio alla Casa Bianca, tramite un comunicato, ha fatto sapere al suo successore d'essere in disaccordo con una simile decisione, definita discriminatoria.
ANSA/dg
I decreti esecutivi spiegati in due minuti
Cosa sono e come vengono usati i decreti esecutivi dai presidenti degli Stati Uniti (durante un mandato in media ne vengono firmati a decine)? Nel servizio del TG lo spiega Roberto Cordon, capo del dipartimento relazioni internazionali della Franklin University di Lugano che in primo luogo chiarisce: "Il presidente negli Stati Uniti ha un campo di azione molto importante, molto più grande di un primo ministro in un Paese europeo. Per questo la sua carica viene anche definita 'presidenza imperiale'. E in questo senso, può usare gli ordini esecutivi per implementare quello che vuole".
30.01.2017: Trump e gli ordini esecutivi
In sostanza gli ordini esecutivi sono quindi degli atti vincolanti con efficacia immediata. Nono hanno però la soldità di una legge e possono essere cancellati con un tratto di penna. Inoltre tutti possono metterli in discussione. "I cittadini possono contestarli nei tribunali locali, com'è stato fatto ad esempio per l'ordine sull'immigrazione a New York, per poi arrivare alla Corte suprema. E poi c'è il Congresso che decide se confermare e passare una legge che "scrive nella pietra" l'ordine esecutivo oppure se respingerla o proporre un controprogetto".