“Il ritorno degli ostaggi israeliani a casa è più importante dell’operazione militare a Rafah”. Acqua sul fuoco della più che minacciata azione arriva domenica da Benny Gantz, ministro del Gabinetto di Guerra, secondo cui il Governo non avrebbe diritto di esistere se i suoi membri impedissero un’intesa sugli ostaggi.
Gantz, che rispondeva al leader di destra radicale Bezalel Smotrich, ha scritto su X che entrare a Rafah è importante per la campagna contro Hamas, ma il ritorno degli ostaggi catturati il 7 ottobre è di importanza molto più grande.
Frattanto, una fonte israeliana ha dichiarato al Times of Israel che “l’unico modo per evitare l’ingresso a Rafah è raggiungere un accordo sugli ostaggi”. “Nessuno - ha ammesso la fonte - vuole che Israele entri a Rafah”. Secondo la stessa fonte, nella sua controproposta Israele ha fatto “grandi concessioni”, incluso il ritorno dei palestinesi sfollati nel nord della Striscia: una delle principali richieste di Hamas.
Attesa per la risposta che Hamas presenterà in Egitto
Una delegazione di Hamas giungerà in Egitto lunedì per presentare la propria risposta alla recente controproposta israeliana per una tregua nei combattimenti nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi, ha dichiarato domenica all’AFP un alto funzionario del movimento palestinese.
La delegazione, “guidata da Khalil al-Hayya”, membro della sezione politica di Hamas per Gaza e fortemente coinvolto in questi negoziati, “incontrerà il direttore e i funzionari dei servizi segreti egiziani per discutere e consegnare la risposta del movimento”, ha detto l’alto funzionario coperto da anonimato. Il movimento palestinese, sabato, aveva confermato di aver ricevuto le richieste-concessioni israeliane nell’ambito della mediazione di Qatar ed Egitto.
Sul tavolo anche la “proposta egiziana”
La delegazione dovrebbe anche discutere una “nuova proposta egiziana”, ha aggiunto l’alto funzionario. “Hamas vorrebbe raggiungere un accordo che garantisca un cessate il fuoco permanente, il ritorno volontario” degli sfollati, “un accordo accettabile per uno scambio” di prigionieri palestinesi con ostaggi israeliani e “la fine dell’assedio” della Striscia di Gaza, ha dichiarato un’altra persona vicina ai negoziati.
Finora Egitto, Qatar e Stati Uniti hanno cercato invano di convincere Israele e Hamas a cessare i combattimenti ripresi lo scorso 1° dicembre, dopo una settimana di tregua, che aveva permesso il rilascio di 80 ostaggi israeliani in cambio di 240 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.
La vasta operazione militare di rappresaglia condotta nella Striscia di Gaza da Israele, che ha promesso di spazzare via Hamas, ha provocato 34’454 morti, la maggior parte dei quali civili, secondo Hamas. Nell’attacco compiuto da quest’ultima lo scorso 7 ottobre, sono morte 1’170 persone, soprattutto civili.
Tutto pronto per l'offensiva a Rafah
Telegiornale 26.04.2024, 20:00