Partito sconfitto e furioso dalla Casa Bianca nel gennaio del 2021, Donald Trump vi ha rimesso piede oggi, mercoledì, incontrandosi per la prima volta dopo la sua rielezione con Joe Biden, suo avversario politico giurato. Dopo la stretta di mano con Biden, il 45esimo e presto 47esimo presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che la transizione alla Casa Bianca sarà “la più fluida possibile”.
Biden-Trump: incontro alla Casa Bianca
SEIDISERA 13.11.2024, 18:00
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“Faremo tutto il possibile per assicurarci che lei abbia tutto ciò di cui ha bisogno”, ha affermato il presidente uscente, dopo avergli fatto le sue “felicitazioni”. La politica “è dura e spesso non è un mondo molto gradevole, ma oggi è piacevole e ne sono riconoscente”, ha per parte sua dichiarato il tycoon.
Una cordialità, almeno di facciata, che decisamente stride con quanto accadde 4 anni fa. Dopo la sua sconfitta, infatti, Trump infranse tutte le consuetudini di natura istituzionale, non invitando alla Casa Bianca Biden dopo la sua vittoria alle presidenziali del 2020, che non ha mai riconosciuto, ed evitando poi la cerimonia di investitura del democratico nel gennaio del 2021.
Quanto a Biden, il momento è per lui certamente mortificante. Non solo infatti rischia di vedere smantellata gran parte del suo operato dalla nuova amministrazione, ma è sempre accusato nel suo partito di aver contribuito alla vittoria di Trump, ritirandosi troppo tardi dalla corsa alla Casa Bianca dopo il dibattito televisivo, dall’esito per lui disastroso, con l’avversario repubblicano.
La guerra in Ucraina e il Medio Oriente, secondo quanto riferito in esclusiva dal tycoon al New York Post, sono stati i temi al centro dell’incontro, durato un paio d’ore, fra Biden e Trump. “Gli ho chiesto le sue opinioni e un quadro della situazione e lui me li ha forniti; è stato molto gentile”, ha detto Trump commentando il colloquio col presidente uscente.
Marco Rubio scelto come capo della diplomazia USA
Intanto il nuovo presidente continua a completare la propria compagine governativa e ha confermato, come annunciato in prima battuta da alcune fonti, la designazione di Marco Rubio al vertice della diplomazia statunitense. Il senatore repubblicano della Florida, 53enne, diverrà così il primo segretario di Stato latino. “Sarà un convinto difensore della nostra nazione, un vero amico per i nostri alleati e un combattente senza paura, che non si tirerà mai indietro di fronte ai nostri avversari”, ha dichiarato Trump, commentando in un comunicato la sua scelta.
Trump e Rubio, qui ripresi insieme a inizio mese in un meeting dei repubblicani in vista delle presidenziali
In evidenza anche la nomina di Matt Gaetz quale nuovo ministro della giustizia. Il 42enne, anch’egli originario della Florida e membro della Camera dei rappresentanti, è uno fra i più ferventi sostenitori del tycoon. La sua designazione ha suscitato disorientamento visto che, per le sue posizioni radicali, è molto avversato dai democratici e perfino da una parte del suo schieramento. Gaetz, va ricordato, fu colui che nel 2023 presentò la mozione di sfiducia che portò alla destituzione di Kevin McCarthy dalla carica di speaker della Camera: un evento senza precedenti, per il quale Gaetz si avvalse di un gruppo di rappresentanti della frangia più radicale del partito repubblicano.