Il contagio da legionella a Bresso, vicino a Milano, continua ad estendersi. Tra venerdì e sabato sera sono stati registrati altri sette casi. Il numero totale delle persone in cura perché hanno sviluppato la malattia respiratoria provocata dal batterio, che all'inizio della settimana aveva provocato il decesso di tre anziani, sale così a 40.
Nonostante l'allerta rimanga alta, la situazione clinica dei malati non risulta essere preoccupante. Tutti i pazienti, affermano i medici, sono stabili o in fase di remissione.
Intanto nella cittadina lombarda proseguono le attività di prevenzione e di analisi per capire in che modo il batterio si sia diffuso riuscendo ad infettare un numero tanto alto di residenti in alcuni condomini. I prelievi finora effettuati dall'acquedotto non hanno portato a trovare traccia dell'agente scoperto nel 1976 dopo che aveva provocato 34 morti tra i veterani della American Legion riuniti a Filadelfia.
Non è la prima volta che a Bresso viene registrata una situazione simile. Nel 2014 vi erano stati sei casi (di cui uno mortale) di legionella. Allora si erano però manifestati nell'arco di alcuni mesi.
In Svizzera quasi 500 casi gravi all'anno
In Svizzera, stando ai dati dell’Ufficio federale della sanità pubblica, si registrano diverse centinaia di casi gravi all'anno e sono in aumento. Nel 2017 vi sono stati 464 ricoveri in ospedale, il 35% in più dell'anno prima. La mortalità, stimano le autorità federali, è del 5-10% nonostante il trattamento antibiotico. Il contatto con la legionella - che prolifera nell'acqua a temperature tra i 25 e i 45° - avviene in prevalenza in luoghi in cui sono in funzione sistemi di condizionamento dell’aria, di umidificazione o di ricircolazione delle acque. L'infezione viene trasmessa tramite l'inalazione di goccioline contaminate.