Ritirare entro fine settembre il progetto di legge che minaccia di mettere in discussione alcuni degli impegni assunti da Londra nell'accordo di divorzio firmato con l'Unione Europea appena pochi mesi fa, o lo scontro sulla Brexit si sposterà in tribunale. È l'ultimatum rivolto oggi, giovedì, da Bruxelles al Governo del primo ministro britannico Boris Johnson, e rigettato da Downing Street in toni non meno categorici.
Il Governo britannico difende infatti il progetto di legge sul dopo Brexit sostenendo che "il Parlamento è sovrano in materia di legislazione interna e può approvare una legge che sia in contrasto con obblighi assunti dal Regno Unito in un trattato" senza "agire in modo incostituzionale". La legge in questione metterebbe a repentaglio il libero accesso delle merci dell'Irlanda del Nord nel resto del Regno Unito, accesso che era stato precedentemente accordato tramite un trattato tra Londra e Bruxelles.
Il comportamento di Downing Street è stato ritenuto "del tutto inaccettabile" da Bruxelles. Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione europea, ha inoltre affermato che il Governo di Londra ha "seriamente danneggiato la fiducia tra UE e Regno Unito" mostrandosi pronto a rinnegare un'intesa "ratificata" il cui rispetto "integrale è un obbligo legale".