Il 20 aprile 2010 nel Golfo del Messico, in territorio statunitense, durante una trivellazione sottomarina la piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, di proprietà della svizzera Transocean ma gestita dalla British Petroleum, esplode.
Delle 126 persone presenti sulla piattaforma, posta a circa 80 chilometri al largo della costa della Louisiana, 11 perdono la vita. Due giorni dopo la struttura si inabissa in mare. Per 87 giorni il petrolio continua a fuoriuscire con una portata di oltre 150.000 litri al giorno. È una delle peggiori catastrofi naturali della storia.
La Deepwater Horizon fino al 19 settembre riversa nel Golfo del Messico 4,2 milioni di barili di petrolio. Devastano l'ecosistema marino e oltre 2'000 chilometri di costa in cinque Stati.
Da nove anni gli scienziati tentano di fare una stima dei danni, ma probabilmente ci vorrà ancora molto tempo prima di avere un quadro completo e attendibile.