Gli Stati Uniti rimangono profondamente divisi. Lo conferma l'assenza e il silenzio dei leader e della maggioranza dei repubblicani alle cerimonie per il primo anniversario dell'assalto del Congresso USA, costato 7 morti., che resta dunque una ferita non condivisa della democrazia americana. A partecipare solo un pugno di eletti, apertamente anti Trump, come la deputata Liz Cheney.
Il capo del Grand Old Party al Senato, Mitch McConnell, pur avendo condannato subito l'attacco, accusando l'ex presidente Donal Trump, ha disertato ogni appuntamento, guidando un'ampia delegazione del suo partito ai funerali di un ex collega ad Atlanta.
Oggi, senza nominare Trump, McConnell ha ribadito che il 6 gennaio fu "un giorno buio per il Congresso e il Paese", in cui il Capitol "fu preso d'assalto da criminali che brutalizzarono i poliziotti e usarono la forza per impedire al Congresso di fare il suo dovere". Ma ha anche accusato i democratici di tentare di "sfruttare questo anniversario per far avanzare obiettivi politici che sono ben precedenti a questo evento", riferendosi alla loro intenzione di abolire la regola dell'ostruzionismo al Senato per approvare le leggi sui diritti di voto.
Il leader dei repubblicani alla Camera Kevin McCarthy non si è fatto vedere, anche se pure lui dopo l'assalto aveva evocato la responsabilità dell'allora presidente, salvo fare marcia indietro dopo gli attacchi del tycoon.
I sostenitori di Trump promuovono veglie per gli assalitori
E mentre la maggioranza del Grand Old party è rimasta zitta, per non incorrere nella vendetta di Trump, i repubblicani di estrema destra, i 'pasdaran' tra i più ardenti sostenitori del tycoon, hanno parlato per ridimensionare o negare l'attacco. Come i deputati Matt Gaetz (accusato di relazioni con una minorenne e di sfruttamento della prostituzione) e Marjorie Taylor Greene (cospirazionista che ha incoraggiato sui social violenza, antisemitismo e razzismo), che hanno proposto una "risposta repubblicana" alle commemorazioni ufficiali, compresa una serie di apparizioni sui network di estrema destra, tra cui l'edizione speciale di un podcast dell'ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon. E nel Paese non mancano gli attivisti repubblicani che hanno organizzato raduni e veglie in oltre una decina di Stati, dal Minnesota alla Florida e alla California, a favore degli assalitori del Capitol, dipingendoli come "patrioti" o "prigionieri politici".
Iniziative incoraggiate da sondaggi secondo cui due terzi dei repubblicani non vedono l'attacco al Congresso come un attacco al Governo e tre quarti crede che Joe Biden sia un presidente illegittimo.
Aumentate le minacce di gruppi estremisti
Il Dipartimento per la Sicurezza nazionale mette in guardia: nelle ultime 48 ore sono aumentate le minacce online di gruppi estremisti, anche verso membri del Congresso americano e il presidente Joe Biden. Lo riporta Cnn citando un documento di intelligence, nel quale si precisa come al momento non ci sono indicazioni credibili di attacchi. Il timore però è che le minacce e i contenuti online dei gruppi estremisti possano ispirare violenza, soprattutto per i lupi solitari. L'allerta arriva nel giorno dell'anniversario dell'attacco al Campidoglio.
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