Il presidente americano, Joe Biden, ha difeso "fermamente" la decisione di ritirare le truppe dall’Afghanistan, respingendo le critiche sollevate in queste ore dopo la rapida avanzata dei talebani e le scene di disperazione dei civili all’aeroporto di Kabul. In un atteso discorso alla nazione, lunedì sera ha dichiarato che il compito degli Stati Uniti in questi 20 anni di guerra non è mai stato quello di “costruire una nazione”, puntualizzando che i soldati americani non possono morire per una guerra che gli stessi afghani si rifiutano di combattere.
In poche settimane, infatti, i talebani hanno conquistato quasi tutto il Paese, compresa la capitale, trovando di fatto poca o nessuna resistenza da parte delle forze filogovernative. A Kabul la polizia ha abbandonato i check-point e il presidente Ashraf Ghani, che soltanto fino al giorno prima teneva discorsi rassicuranti alla popolazione, è scappato in aereo ancora prima che i talebani entrassero nel palazzo presidenziale.
All’indomani della presa della capitale, l’aeroporto – ultima via di fuga sotto il controllo degli occidentali – è stato preso d’assalto da cittadini afghani che cercavano di salire sugli aerei disposti dai governi stranieri per evacuare il proprio personale. Alcuni si sono aggrappati a un velivolo americano e sono precipitati dopo il decollo. A causa dell’affollamento di persone nella pista, i voli sono stati sospesi per quasi tutta la giornata, per poi riprendere in serata. Nei disordini, i soldati americani hanno aperto il fuoco contro due uomini armati, uccidendoli.
Le immagini dei civili in fuga all'aeroporto hanno fatto il giro del mondo, a pochi giorni dal ritiro definitivo delle truppe americane, fissato simbolicamente da Biden per l'11 settembre. Un ritiro che fa seguito all'accordo di pace firmato nel 2020 a Doha con i talebani dal predecessore Donald Trump. E che ora avverrà sullo sfondo di un nuovo Emirato islamico dell'Afghanistan.
Dalla TV
Afghanistan, il discorso di Biden
Telegiornale 17.08.2021, 22:00
Il commento di Massimiliano Herber
Telegiornale 17.08.2021, 22:00
Le reazioni internazionali
La Russia si è già mossa e annunciato che martedì il suo ambasciatore incontrerà i rappresentanti dei talebani. Sulla stessa scia la Cina, la cui ambasciata a Kabul funziona regolarmente, ha reso noto che Pechino intende avere "relazioni amichevoli" con il movimento fondamentalista. Nella giornata di domenica, il premier britannico Boris Johnson aveva lanciato un appello affinché nessun Governo riconosca unilateralmente l'autorità dei talebani. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha parlato di un "errore di valutazione comune" sulla guerra in Afghanistan, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha già lanciato l'allerta sui futuri flussi migratori che l'Europa dovrà gestire.