Nicole Minetti aveva un doppio lavoro: gestiva le case di "Via Olgettina dove vivevano le ragazze che si prostituivano" e nel contempo "era un rappresentante delle istituzioni nel Consiglio regionale, pagata dai contribuenti".
A dirlo è il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, nel corso della requisitoria al processo sul caso Ruby a carico di Berlusconi.
Come Emilio Fede e Lele Mora, anche Minetti, secondo Bocassini, era consapevole che Ruby fosse minorenne quando frequentava la villa di Arcore. La ragazza che si spacciava per nipote di Mubarak, secondo la requisitoria vi ha dormito diverse notti tra febbraio e marzo del 2010.
“Ruby era la preferita e riceveva soldi da Berlusconi”
Sempre secondo Boccassini, Ruby era diventata “la preferita, la più gettonata delle ragazze'' in quel contesto di ''prostituzione ad Arcore'' che, secondo l'accusa, ''e' stato dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio''. La giovane, inoltre, “aveva da Berlusconi direttamente quello che le serviva per vivere in cambio delle serate”.
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