Reportage

Riparare per resistere: le auto sul fronte ucraino

Una rimessa di Kiev ha dato nuovo vita a centinaia di veicoli seriamente danneggiati per reimpiegarli nel conflitto contro la Russia

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Ucraina, riportare le auto al fronte

RSI Info 23.04.2025, 15:03

  • Vincenzo Leone per RSI Info
Di: Vincenzo Leone e Alina Poliakova 

La scocca carbonizzata, sul tetto il foro che ha dilaniato le lamiere di un pick-up. Accanto un altro furgone con il cofano trivellato di colpi. Tutto intorno, sportelli accartocciati, fili che penzolano dalle centraline, fusibili e vetri spaccati. “Quando abbiamo consegnato quest’auto era in condizioni molto simili a quella blu con cui siamo arrivati”, racconta Dmytro Riasny.

Fino al febbraio del 2022 ha lavorato come giornalista, da tre anni e mezzo invece gestisce – insieme ad altri volontari e veterani - una rimessa a Kiev per dare una seconda vita alle auto distrutte al fronte.

“L’auto ha funzionato per un anno intero senza alcun danno, poi si è trovata nell’epicentro di un attacco aereo”, racconta. L’impatto deforma la cabina e loro la sostituiscono. “Questa è una cabina vecchia. Il veicolo è ancora operativo e funzionante. Lo abbiamo rimandato in guerra”. Dmytro conosce le storie di tutte queste auto, tutte le settimane viaggia per 1’500 chilometri da una parte all’altra dell’Ucraina. Tiene sempre le chiavi del suo SUV blu in mano, mentre racconta quello che fanno qui, lavorando senza sosta per garantire una consegna a una richiesta che arriva dai soldati impegnati al fronte.

La sua idea è chiara, al fronte serve tutto e tutti possono dare una mano anche lontani centinaia di chilometri dalle postazioni e dalle trincee. “Semplicemente capiamo che se non facciamo nulla, domani qui ci saranno le bandiere russe”. E racconta come “non accetto assolutamente quando sento dire che un’auto, in guerra, è un bene usa e getta”. Tutto il suo lavoro e quello di chi collabora con lui è fatto a titolo volontario, organizza campagne di crowdfunding per pagare le spese dell’officina che hanno tirato su da zero, e per acquistare auto usate dalla Gran Bretagna, andando a prenderle con il suo rimorchio in Polonia.

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Al lavoro nell'autorimessa

  • Vincenzo Leone per RSI Info

Le revisionano, le mettono a punto e partono per consegnarle al fronte, da dove riportano indietro quelle distrutte e danneggiate dai russi per un ciclo continuo che solo negli ultimi due anni ha fatto segnare sul tachimetro del SUV di Dmytro 160’000 chilometri.

“Mi ricordo ogni singola auto, davvero tutte quelle che sono passate per le nostre mani e che abbiamo acquistato. E quasi ogni volta che vado e torno dal fronte, mi capita di riconoscerle”, racconta. Ci mostra un’auto incidentata che ha comprato a Kramatorsk, e spiega il loro approccio. “Nella vita civile tutti si preoccupano per un graffio, un’ammaccatura, un danno estetico. Qui è tutto il contrario. A noi, l’aspetto di un’auto interessa poco o niente. Può essere tutta ammaccata, graffiata, o magari al posto del vetro ci mettiamo un pezzo di metallo o di plastica”, spiega. E precisa come “da un punto di vista tecnico, invece, siamo molto seri. Sappiamo che se quell’auto si rompe nel momento sbagliato, il prezzo potrebbe essere la vita di qualcuno, o il destino di qualcuno. È per questo che ci concentriamo soprattutto sulla parte tecnica”.

La seconda vita delle auto nella guerra in Ucraina

di Vincenzo Leone per RSI Info

In officina insieme a lui lavorano due veterani che hanno combattuto nell’esercito, Vitaliy di giorno sta qui a mettere a punto sportelli e montare radiatori e pistoni, la sera spara ai droni Shahed attorno a Kiev nelle unità territoriali di difesa. Denys invece racconta che è un saldatore ma qui fa tutto, anche tagliare a misura un pezzo di pedana per un furgone sul ponte, o adattare una pompa idraulica per creare una pedana per veterani disabili. E adattare auto speciali per chi è tornato dalla guerra. In tutto qui hanno acquistato circa 320 auto, e ne hanno rimesse a nuovo 500.

Per alcune ci vuole una settimana, per altre di più, per altre ancora non c’è nulla da fare e servono solo come pezzi di ricambio, smontate una a una. In officina, insieme a Vitaly solleva una copertura a un SUV con il frontale completamente distrutto. Sarà la prossima auto ad essere rimessa in moto, e usata per operazioni di evacuazione. Ogni bullone, ogni cavo qui può essere utile e può essere smontato e rimontato per accendere un’altra auto. “A volte mi chiedono: Ma è tutta roba da buttare? E io rispondo: No, questi sono pezzi di ricambio”, racconta. “Tutto quello che vedi qui non è solo un mucchio di ferraglia. Per noi ogni pezzo ha un senso, ha un uso preciso. Sono parti che possiamo riutilizzare per sistemare le auto, per farle tornare operative. Quindi, sì, magari agli occhi di qualcuno è solo metallo, ma per noi ha un valore, purtroppo”.

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Guerra in Ucraina, il monito USA

Telegiornale 18.04.2025, 20:00

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