"Occorre avere pazienza: il famoso vaccino arriverà, ma sarà disponibile solo nel corso del 2021 e non prima della primavera-estate - ha spiegato il presidente della commissione federale per le vaccinazioni Christoph Berger ai microfoni della RSI - È anche importante chiedersi chi si vuol proteggere e da quali rischi: vogliamo vaccinare i gruppi più vulnerabili per evitare un decorso grave dell'infezione, oppure vogliamo un principio attivo in grado di contrastare la diffusione del virus?".
"Non c'è una soluzione miracolosa che permetterà in tempi rapidi di proteggere tutti" - afferma il primario di malattie infettive del Kinderspital di Zurigo - Sono necessari più tipi di vaccini con profili e caratteristiche diverse. Quello realizzato da Moderna per esempio dovrebbe essere per i gruppi a rischio. L'obbiettivo in questo caso non è quello di prevenire il contagio bensì un decorso grave della malattia. È una sfida dal punto di vista immunologico ed è importante che anche le persone più vulnerabili partecipino alle sperimentazioni. In questo caso chi si farà vaccinare dovrà essere cosciente che ci potranno essere effetti collaterali sgradevoli come febbre e irritazioni cutanee. Ma penso che queste categorie siano disposte ad assumersi questi rischi per evitare di ammalarsi gravemente."
"Il secondo tipo di vaccino dovrebbe invece essere in grado di stimolare il sistema immunitario - porsegue Berger - in modo da garantire che il virus al momento del contagio trovi la strada sbarrata, non possa riprodursi nel corpo umano e non possa quindi continuare a diffondersi per un periodo possibilmente lungo. Sviluppare questo tipo di vaccino per tutta la popolazione è molto più difficile e richiede molto più tempo. La mia commissione raccomanderà un vaccino solo quando ci saranno dati convincenti che confermeranno l'efficacia e la sicurezza. Il processo di autorizzazione deve essere effettuato con prudenza e rigore per non perdere la fiducia della popolazione. Perché, se questa verrà a mancare, la gente non si farà vaccinare".