Il presidente cileno Sebastian Pinera sabato ha annunciato che domenica, "se le condizioni lo permetteranno", sarà revocato lo stato di emergenza - una delle rivendicazioni più pressanti da parte dei manifestanti, che non vogliono più vedere i militari schierati nelle strade - e al tempo stesso ha anticipato un ampio rimpasto di governo.
"Ho chiesto a tutti i ministri di dimettersi per formare un nuovo esecutivo che sia in grado di rispondere alle nuove richieste", ha detto in una discorso alla nazione, trascurando di considerare che tra le nuove richieste della piazza c'è di fatto anche quella delle sue dimissioni. Ha inoltre reso noto di aver "proposto al Parlamento una profonda ed esigente agenda sociale" per "poter avanzare con urgenza verso un miglioramento delle pensioni dei nostri anziani e del reddito dei nostri lavoratori, nonché verso la stabilizzazione dei prezzi dei servizi di base". Il discorso del presidente era stato peraltro preceduto dall'annuncio da parte delle forze armate che già da oggi il coprifuoco è stato sospeso in varie città, fra cui Santiago, Valparaíso, Concepción, Coquimbo e Los Lagos.
Non è chiaro se queste nuove misure adottate o annunciate ora potranno calmare la piazza. Di certo, ancora ieri - quando a Santiago si è radunata una folla superiore a quella che 31 anni fa portò il centrosinistra in piazza alla vigilia del plebiscito voluto da Pinochet per cercare di restare al potere - i manifestanti scandivano ripetutamente: "Il Cile si è svegliato!".
Cile, la marcia più grande
Telegiornale 26.10.2019, 14:30