Il Governo cinese ha promesso di investigare e colpire chi manipola i dati dell'inquinamento, una delle maggiori preoccupazioni per il paese dove, oltre ai danni ambientali e alla salute, si calcola che i costi derivanti dall'inquinamento provocano una perdita annua equivalente al 7-10% del Prodotto interno lordo.
L'impegno di Pechino arriva mentre un nuovo studio critica i dati ufficiali dell'aria nella capitale. La realtà sarebbe ben peggiore di quanto le stesse autorità non ammettono riconoscendo che più del 90 per cento delle maggiori 161 città del paese non rispettano i valori di qualità dell'aria imposti dal Governo. Limiti che, per altro, sono ben superiori alla soglia prevista tanto dalla normativa europea quanto dall'Organizzazione mondiale della sanità. Nell'aria cinese le PM 2,5, le particelle più fini e pericolose, non dovrebbero superare i 100 microgrammi per metro cubo. Quattro volte il valore fissato dalla normativa tecnica dell'UE e dieci volte quanto auspicato dall'OMS. In realtà a Shanghai e Pechino, negli ultimi anni, si sono raggiunti anche i 900, con una media giornaliera che si attesta tra i 200 e i 300.
Diem/RG
RG 18.30 del 06/04/15: la corrispondenza di Laura Daverio
RSI Info 06.04.2015, 21:23
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