Dopo più di un anno di emergenza sanitaria, la questione climatica sta tornando al centro delle discussioni politiche. Mercoledì i vertici dell'Unione Europea hanno fissato un taglio delle emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030 e oggi, giovedì, prende il via il summit sul clima organizzato dal presidente statunitense, Joe Biden.
La data è simbolica: il 22 aprile, infatti, si celebra la giornata della Terra, una ricorrenza che quest'anno si tiene all'insegna dello slogan "Restore Our Earth" ("ripariamo il nostro pianeta"). È il giorno scelto da Biden per organizzare un vertice virtuale alla Casa Bianca con 40 partecipanti, in cui gli Stati Uniti provano a rilanciare la loro leadership nella lotta al riscaldamento climatico e svelano i propri obiettivi: si parla di una riduzione delle emissioni compresa fra il 50 e il 52% entro il 2030 rispetto ai livello del 2005.

Il mondo in timelapse
Ma gli occhi sono puntati anche sul presidente cinese Xi Jinping, che proprio sull'impegno per il clima sembra aver trovato un terreno comune con la nuova amministrazione americana: lo scorso fine settimana, i due Paesi hanno diffuso una dichiarazione congiunta in cui si impegnano ad affrontare la questione con "la serietà e l'urgenza che richiede".
La Cina potrà far valere il fatto di non essersi mai ritirata dall'accordo di Parigi sul clima, a differenza degli Stati Uniti che devono in qualche modo ricostruire la loro credibilità (nel 2019, il presidente Donald Trump aveva avviato l'uscita dall'accordo, sostenendo che avrebbe svantaggiato l'economia americana; nel 2021, Biden è tornato nell'intesa).
Il 22 aprile è il Giorno della Terra
Anche il presidente russo Vladimir Putin ha citato la questione climatica nel suo discorso annuale al Parlamento, e Taiwan ha dichiarato di voler raggiungere l'obiettivo di zero emissioni entro il 2050. Intanto, sempre oggi gli esperti dell'osservatorio Copernicus fanno sapere che la temperatura media annuale dell'Europa nel 2020 è stata la più alta dall'inizio delle rilevazioni, mentre l'Artico - dove gli effetti del riscaldamento globale sono molto più marcati - ha sofferto un'estate di temperature elevate e incendi dovuti alla scarsa copertura nevosa.
