Sono passati vent’anni, oggi 20 aprile, dal massacro alla Columbine High School di Littleton in Colorado, avvenuto per mano di Eric Harris e Dylan Klebold. I due studenti aprirono il fuoco - anche con armi da guerra - su docenti e studenti prima di suicidarsi; nel giro di un’ora freddarono dodici allievi, un insegnante e ferirono un'altra ventina di persone. Fu una strage premeditata posta in atto con precisione estrema tra le mura scolastiche, il che amplificò l'impressione e lo sgomento in America (e non solo) per l'accaduto.
Vent’anni dopo i sopravvissuti della sparatoria lottano ogni giorno con crisi d’angoscia, profonda ansietà e insonnia perenne, mentre c’è chi come Alisha Bashore, sfiorata dai proiettili, soffre da allora di bulimia. E come se non bastasse i massacri con armi da fuoco al Virginia Polytechnic Institute (33 morti compreso Cho Seung-hui, lo studente coreano 23enne che sparò su allievi e insegnanti nel 2007), alla scuola elementare Sandy Hook in Connecticut (26 morti nel 2012) e al liceo di Parkland, in Florida, l’anno scorso (17 morti) continuano a rammentare a chi è scampato all’attacco di Columbine un orrore impossibile da gestire. Un dramma a cui aveva dato risalto, con un'evidente critica alla lobby delle armi, il regista Michael Moore nel suo film "Bowling for Columbine" del 2002, vincitore del Premio Oscar l'anno dopo come miglior documentario.
Intanto mercoledì scorso, proprio in Colorado, il terrore è tornato d'attualità quando le scuole sono state chiuse per le minacce di una ragazza di 18 anni, "affascinata" dalla strage perpetrata da Harris e Klebold. La fanciulla è stata poi ritrovata senza vita dalle autorità, le quali sostengono che si sia suicidata come i due killer di Columbine, come l'omicida del Virginia Tech e come Adam Lanza, il giovanotto assassino della Sandy Hook.
20 anni dopo la strage di Columbine
Telegiornale 20.04.2019, 14:30
20 anni dal massacro della Columbine
Telegiornale 20.04.2019, 22:00