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Congo RDC, la situazione precipita: i ribelli sono a Goma

L’avanzata dei guerriglieri spalleggiati dal Ruanda ha raggiunto la grande città del Nord Kivu - L’ONU procede all’evacuazione del suo personale, uccisi anche dei caschi blu

  • 27 gennaio, 10:58
  • 27 gennaio, 12:50
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RG 12.30 del 27.01.2025 Il servizio di Vera Pellandini

RSI Info 27.01.2025, 12:50

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Di: AFP/pon 

La situazione è precipitata da domenica a Goma, in Repubblica democratica del Congo. I ribelli della milizia M23, spalleggiati anche secondo l’ONU da alcune migliaia di militari ruandesi, sono entrati in città dopo un’assedio che durava da alcuni giorni. La località del Nord Kivu, che conta un milione di abitanti e dove vivono anche altrettanti sfollati, “è sul punto di cadere”, secondo il ministro degli esteri francesi Jean-Noël Barrot. Giornalisti dell’AFP presenti sul posto hanno udito anche colpi di artiglieria pesante. Bombardamenti hanno colpito il campo profughi di Rusayo, in periferia. Il confine fra Repubblica democratica del Congo e Ruanda è stato chiuso.

L’avanzata dei guerriglieri andava avanti da settimane, di fronte a un esercito congolese superato dagli eventi e i cui soldati a Goma sono stati invitati dai ribelli a deporre le armi. Ulteriore segnale del caos imperante, la prigione è stata data alle fiamme dopo un’evasione di massa. Si contano diversi morti.

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Vittime anche fra i caschi blu

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Nella regione sono presenti anche i caschi blu dell’ONU della missione Monusco e la forza di interposizione dell’Africa australe SAMIRDC, fra i cui soldati si contano almeno 13 vittime negli ultimi giorni: si tratta di militari di Uruguay, Sudafrica e Malawi. Le Nazioni Unite stanno evacuando il loro personale verso Kigali (in Ruanda) a bordo di autobus.

L’M23 (sigla per Movimento 23 marzo) aveva già occupato provvisoriamente Goma nel 2012, ma era stato poi militarmente sconfitto l’anno seguente. Da più di tre anni i combattimenti erano ripresi nella regione prima della citata, recente, accelerazione che ha fatto seguito a falliti negoziati con la mediazione dell’Angola in dicembre. I combattimenti hanno ulteriormente aggravato una crisi umanitaria già cronica.

L’ONU, anche per bocca del segretario generale Antonio Guterres, accusa i ribelli e il Ruanda di mirare a prendere il controllo delle importanti risorse minerarie dell’area. Il Kenya ha annunciato da parte sua la convocazione di una riunione d’urgenza dei Paesi dell’Africa orientale alla presenza sia del presidente congolese, Felix Tshisekedi, che di quello ruandese Paul Kagame.

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