Il Brasile è in piena crisi sanitaria, proprio mentre si consuma lo scontro tra il presidente Bolsonaro, che da sempre minimizza il pericolo pandemico, e gli altri poteri, compresi i governatori che hanno imposto misure di distanziamento sociale.
Nel mezzo, a soffrire, ci sono però soprattutto le favelas delle grandi città, dove gli abitanti sono già scesi in piazza per protestare contro l’abbandono da parte delle istituzioni.
Come gli abitanti di Paraisopolis, a San Paolo, che con pentole e coperchi hanno chiesto al Governo che si occupi del loro quartiere stravolto da questa emergenza. “Chi può lavorare da casa con mascherine e alcol in gel può salvarsi, noi invece soffriamo la mancanza di ospedali, di protezione e rischiamo di morire in casa” dice un abitante della zona.
In Brasile ci sono favela enormi, come la Rocinha a Rio de Janeiro, e altre più piccole: in tutto il Paese sono 5’000 ed è proprio qui che la curva di morti e contagi sta crescendo più velocemente.
“Parlare di quarantena in questi contesti equivale ad una macabra utopia – spiega alla RSI l’editorialista di Globonews Demetrio Magnoli –. La quarantena in Brasile è possibile in pochi quartieri di classe media e alta, che sono una parte minoritaria delle nostre metropoli, ma è praticamente impossibile nelle periferie dove vive gran parte della popolazione”.
La densità per chilometro quadrato nelle zone sfavorite è infatti altissima, fino a 3-4 famiglie in piccoli appartamenti dove spesso manca l’acqua corrente. Allo stesso tempo i lavoratori informali non possono permettersi di stare fermi, senza risparmi rischiano di non avere di che mangiare. “Qui la gente deve scegliere se proteggere la salute, ma sapendo di correre il rischio di patire la fame, o uscire di casa esponendosi al rischio del contagio pur di guadagnare qualcosa per sopravvivere” afferma Claudia Raphaela, della Centrale Unica delle Favelas (CUFA).
Per il presidente Bolsonaro l’economia viene però prima di tutto, resta contrario all’isolamento sociale e vorrebbe riaprire tutto. Il suo Governo ha stanziato un aiuto di 100 franchi circa al mese per chi è rimasto senza reddito.