La Svizzera deplora le misure più severe decise dagli Stati Uniti contro la Corte penale internazionale (CPI) ed esorta Washington "a revocare immediatamente queste misure globali".
Giovedì il presidente americano Donald Trump ha infatti autorizzato sanzioni economiche contro i funzionari della CPI “direttamente coinvolti in qualsiasi sforzo per indagare o processare personale americano senza il consenso degli Usa". A scatenare le ire di Washington è stata l’inchiesta aperta dalla corte in marzo per presunti crimini di guerra in Afghanistan dal 2003 col possibile coinvolgimento delle truppe americane.
Da parte sua Berna ribadisce inoltre il proprio sostegno a questa istituzione indipendente che lavora per chiarire le responsabilità nel caso dei crimini più gravi, contribuendo così a mantenere la pace e la stabilità nel mondo, si legge in un comunicato odierno del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
La Svizzera - scrive il DFAE - esprime preoccupazione per l'ampliamento delle ulteriori restrizioni di visto e per le nuove sanzioni economiche stabilite dagli Stati Uniti contro il personale della CPI, i membri delle loro famiglie e le persone fisiche e giuridiche che sostengono le indagini contro i cittadini americani.