Il premier kosovaro Ramush Haradinaj, ex comandante in seno alla guerriglia dell'UCK, ha rassegnato le dimissioni venerdì dopo essere stato convocato dalla giustizia internazionale in quanto sospettato di crimini di guerra durante e dopo il conflitto del 1998-99.
"Ho ricevuto la chiamata del Tribunale speciale (creato nel 2015 con il sostegno dell'UE, ndr) e mi è stata data la scelta se farmi interrogare in veste di primo ministro o di semplice cittadino. Ho scelto la seconda opzione", ha spiegato il 51enne alla stampa.
Haradinaj ha precisato che al momento sulla sua testa non pende per ora alcuna accusa e che si ricandiderà una volta che il capo dello Stato Hashim Thaci avrà fissato la data delle prossime elezioni.
In un'intervista concessa a inizio anno, aveva affermato che Pristina avrebbe risposto a tutte le sollecitazioni dall'Aia, dove in gennaio sono iniziati gli interrogatori di altri due ex ufficiali, Rrustem Mustafa e Sami Lushtaku. Le prime imputazioni dovrebbero arrivare prima di fine anno. I media kosovari ipotizzano che possano toccare, oltre che Haradinaj, anche Thaci e il presidente del Parlamento Kadri Veseli.
Haradinaj era già stato processato dalla Corte penale internazionale per i crimini nell'ex Iugoslavia, che lo assolse due volte, nel 2008 e 2012. Il primo dibattimento, in particolare, venne segnato da un clima di paura diffuso fra i testimoni dell'accusa, diversi dei quali morti in modo violento e in circostanze più o meno misteriose.