Mondo

Cresce la rabbia in Polonia

In piazza per il terzo giorno consecutivo contro la sentenza che vieta quasi completamente l'aborto - Le donne non cedono a intimidazioni e arresti

  • 29 gennaio 2021, 22:11
  • 22 novembre, 17:43
Manifestanti protestano a Poznan

Manifestanti protestano a Poznan

  • Keystone
Di: Ansa/M. Ang. 

Le donne polacche non cedono a intimidazioni e arresti e affrontano di nuovo, oggi, per il terzo giorno consecutivo, la polizia in decine di città di tutta la Polonia. Protestando contro la sentenza della Corte costituzionale che vieta quasi completamente l'aborto e pubblicata tre giorni fa sulla gazzetta ufficiale. Già ieri, giorno successivo alla pubblicazione della sentenza, alcuni medici si sono rifiutati di far abortire donne con feti che avevano malformazioni.

Le leader del movimento

"La nostra lotta continua, oggi si ricomincia nel centro di Varsavia alle 20", ha annunciato in conferenza stampa Marta Lempart, leader del movimento 'Sciopero delle donne'. E se la capitale è il cuore della protesta, sono attese migliaia di persone anche a Danzica, Poznan, Rzeszow, Stettino, Katowicw. Non è in piazza invece l'altra leader del movimento Klementyna Suchanow, ancora in carcere per il fermo di ieri da parte della polizia dopo che insieme ad altri manifestanti aveva "invaso" l'area che ospita la sede della Corte Costituzionale, scavalcando la recinzione per affiggere un manifesto contro la nuova legge.

Gli agenti ieri hanno fermato 14 persone e hanno chiuso in una morsa le manifestanti per controlli a tappeto. Sono 417 in totale le persone identificate e 357 quelle multate per mancanza della mascherina anti-Covid, riporta il quotidiano Gazeta Wyborcza.

Cosa dice la nuova legge

La rabbia continua a montare contro le motivazioni della sentenza della Corte, secondo la quale l'interruzione della gravidanza è ammissibile solo se c'è un'alta probabilità di danni irreversibili o letali per il feto, se la vita della madre è in pericolo e nei casi di incesto e stupro. La sentenza era stata emessa il 22 ottobre scorso e da allora le proteste, che hanno coinvolto centinaia di migliaia di persone, soprattutto donne, non sono mai cessate.

Polemiche sulle nomine dei giudici

Il partito che guida la coalizione di Governo in Polonia, il Pis (Diritto e Giustizia), nazionalista e allineato con la Chiesa Cattolica, ha nominato la maggior parte dei giudici costituzionali e ha concesso al legislatore più poteri in questo campo.

00:28

Notiziario delle 21.00 del 28.01.2021

RSI Info 28.01.2021, 22:54

  • Reuters

Correlati

Ti potrebbe interessare